I dossi del Bessolo sono fuori legge. Non lo dice un cittadino qualunque, un automobilista che ci ha rimesso le sospensioni. No: lo dice il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Con tanto di approfondite spiegazioni, cenni ad articoli di legge e corsivi. Quattro pagine messe nere su bianco in seguito al sopralluogo condotto il 3 dicembre del 2015. Esattamente. Un anno e mezzo fa. Tanto è passato senza che l’Amministrazione abbia letto un rigo. Perché, nelle conclusioni, il Ministero lo dice chiaramente e senza regole: quei dossi installati nel centro della frazioncina, tra il ristorante “Stella Bianca” ed il campanile, vanno rimossi. O tuttal più rifatti. E segnalati. “Questi manufatti che non possono ritenersi dossi ma attraversamenti rialzati, sono ammissibili con il fine di mitigare la velocità (qui vige il limite dei 30 km/h ndr) con l’avvertenza di opportuni accogimenti. Si invita il comune di Scarmagno - è scritto nel documento - a dotare i due rialzi di opportuni accorgimenti atti a renderli maggiormente visibili sia durante le ore diurne che notturne e ad installare, in prossimità dell’itersezione tra il parcheggio di via Luin e via Scarmagno il segnale verticale di <fermarsi e dare precedenza> e la corrispondente segnaletica orizzontale”. Nulla è stato fatto. La viabilità resta gestita in maniera selvaggia nel paesino. Per entrare nel centro la circolazione è lasciata alla discrezione degli automobilisti perché all’incrocio, davanti al ristorante, non esiste una strisica bianca che indichi uno stop e non si capisce se debba passare prima chi arriva da sopra o da sotto. In via Pietragrossa, poi, dove l’accesso è limitato ai mezzi autorizzati e dove transitano soprattutto mezzi agricoli, avanzare è un’avventura con una sequenza di tre dossi grigi, del medesimo colore della strada che ad occhio nudo quasi non si vedono. Occorre arrivarci davanti a pchi centimetri. E che dolore per i pneumatici e per la carrozzeria. In questo caso non c’è accorgimento che tenga: “I dossi hanno caratteristiche geometriche non conformi alle disposizioni di legge” sentenzia il Ministero. Questo perché l’obiettivo che si è posta l’Amministrazione non è quello di ridurre la velocità o proteggere i pedoni ma mi è quello di trattenere e deviare le acque piovane che altrimenti si riverserebbero nelle vie del centro abitato. Un fine che è quindi in contrasto con il codice della strada. Il Ministero, comprensivo e premuroso, suggerisce comunque la soluzione: “si possono realizzare caditoie trasversali con relativa griglia carrabile”. La minoranza ha sollevato queste questioni più volte in consiglio comunale. Già il 30 aprile 2015 Adriano Grassino e Paolo Puppato. avevano inoltrato una richiesta di verifica all’Amministrazione Comunale, ai carabinieri, alla polizia stradale, al direttore dei lavori e, appunto, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ancora l’altra settimana, a chiusura del consiglio comunale dedicato al bilancio di previsione 2017, Grassino ha osservato che nel documento di previsione economica non ha mai visto stanziare una cifra per queste cose. “E’ inutile - commenta Grassino- questa Amministrazione non dà corso alle disposizioni di un ente superiore. Addirittura i dossi ad oggi, non sono stati nemmeno segnalati”.
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