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02 Maggio 2017 - 14:48
Un 25 aprile completamente diverso rispetto al passato, quello celebrato a Venaria martedì scorso. Un giro più corto, con la deposizione di tre sole corone d’alloro in piazza Vittorio Veneto, in largo Garibaldi e sulla facciata del Municipio.
E con la partecipazione delle scuole, in particolare una rappresentanza della “Oscar Romero”, con la lettura di alcuni pensierini sulla Liberazione e con la presentazione al pubblico del loro lavoro eseguito durante le ore scolastiche, con un tricolore fatto con le bottiglie di plastica e al centro, nella parte bianca della bandiera, tutti i partigiani venariesi morti per ottenere una Venaria libera dall’egemonia nazifascista.
Di tante associazioni, dall’Anpi agli Alpini, dalle rappresentanze militari ai marinai, dalla Pro Loco ai Bersaglieri, dal Coro Tre Valli all’Unitre e all’Avis, senza dimenticare i vigili del fuoco del distaccamento cittadino e l’AssoCarabinieri e persino l’Anta e soprattutto la Croce Verde.
E anche del coro gospel dell’associazione “La Crisalide di ieri e di oggi” oltre a balli del “Folk Danza Venaria”, che si sono esibite a margine della manifestazione.
Ma anche di tanti cittadini, segno di un riavvicinamento ad una delle celebrazioni più importanti di questa nazione e di questa città che, lo ricordiamo, è stata insignita della medaglia di bronzo al merito civile.
“E’ l'occasione per ricordarci che il nostro spirito antifascista è vivo. Dobbiamo però rinnovarlo ogni giorno di fronte alle sfide e alle difficoltà del nostro tempo. Per dare un esempio ai nostri giovani e per far sì che questa bellissima piazza non sia fatta solo di parole ma di azioni”, hanno rimarcato il sindaco Roberto Falcone e il presidente del consiglio comunale, Andrea Accorsi.
Importante anche l’orazione del professor Fabio Scibetta, componente dell’Anpi cittadina, che ha ricordato Gino Vanzi e la Reggia ma soprattutto i nomi di chi è perito per la Libertà, tra cui Andrea Mensa, raccontando cosa fosse la libertà ai tempi del nazifascimo e cosa fosse dopo la fine della guerra. “Oggi molti hanno paura di sognare. Il cambiamento è ancora una paura difficile da affrontare. Qui a Venaria, recentemente son successe cose particolari che hanno riaperto discussioni quasi dimenticate. È evidente che essere antifascisti oggi, non è una cosa così scontata, soprattutto perché si scopre che c’è quasi paura a dirlo. Credo profondamente che se vogliamo continuare a portare avanti i valori della Libertà e della giustizia sociale, bisogna subito dichiararsi antifascisti”.
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