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11 Dicembre 2013 - 11:14
A destra il Sindaco Maria Aprile
Pavone si tiene la Tarsu. Un passo indietro che ha comportato l'intera revisione del bilancio di previsione 2013 riapprovato, per la seconda volta, nel Consiglio Comunale di venerdì 22 novembre. Un paradosso assoluto, visto che il 2013 volge ormai alla fine, ma conseguenza inevitabile delle mosse ballerine del Governo.
"Riapprovare il bilancio – ha messo in chiaro il Segretario Comunale Stefania Truscia – era l'unica possibilità per tornare al regime Tarsu, non c'era assolutamente altro verso. E' una scelta tecnica che scaturisce da una scelta politica". L'Amministrazione di Pavone, infatti, aveva già adottato la Tares e aveva impostato la programmazione economica di conseguenza. Ma di fronte alla legge 102, entrata in vigore solo ad ottobre inoltrato, ha preferito mantenere la tassa, applicando comunque la copertura del costo del cento per cento a carico degli utenti, ma utilizzando i parametri più sicuri della tassa, e non quelli della nuova tariffa che, tra uno fisso ed uno variabile, avrebbe procurato un innalzamento vertiginoso per gli esercizi commerciali. "Non applichiamo quei parametri – ha sottolineato il Sindaco Maria Aprile – che rischiavano di farci chiudere probabilmente qualche negozio. La scelta ha comportato un grosso lavoro per gli uffici".
Il consigliere di minoranza Paolo Maccioni ha polemizzato sul caos documentale in cui si è trovato invischiato il Comune, zittito dal Segretario Comunale. "Operare una variazione di bilancio – ha sottolineato Truscia - sarebbe stato certo più semplice ma non adeguato. E noi dobbiamo compiere atti legittimi per tutelare i cittadini".
Pavone mantiene la Tarsu ma la contropartita è che, per far quadrare i conti, aumenta l'Irpef. L'aliquota dell'addizionale sul reddito delle persone fisiche sale dallo 0,6 allo 0,73 per cento per un maggiore gettito calcolcato di 93mila euro. Soltanto lo 0,003 per cento (uguale ad un'entrata di 23mila euro) servirà alla copertura del costo relativo al servizio di raccolta dei rifiuti. Lo 0,1 di aumento andrà a corpire invece il buco da 70mila euro generato dai mancati trasferimenti statali. "Non si poteva fare altro quando solo ad ottobre arriva la notizia dei tagli, intanto erano già stati impegnati dei soldi, e abbiamo l'obbligo del pareggio pena il commissariamento" ha giustificato l'Assessore al Bilancio Erminio Meinardi.
Le critiche sono arrivate dal consigliere dell'opposizione Paolo Maccioni. "A parole – ha esordito il rappresentante di "Movimento Popolare per cambiare" - il discorso non fa una grinza. Ci sono frasi che riciclate parlando di politiche di fiscalità a sostegno dei cittadini e poi il primo punto all'ordine del giorno è l'aumento dell'Irpef. E' una cosa che spiace perchè per certi versi non è colpa vostra, questi decretini che si presentano a pioggia non fanno stare tranquilli, ma il ragionamento fatto e rifatto è che bisognava incidere sulla spesa corrente". Maccioni ha puntato l'attenzione soprattutto sul costo del personale che, come ha ribattuto il Segretario Comunale Stefania Truscia, assorbe il 40 per cento della spesa corrente e viene ben difficile abbatterlo ulteriormente.
"E' il primo anno di applicazione del Patto di Stabilità anche per i Comuni sotto i 5mila abitanti – ha aggiunto il Sindaco Maria Aprile -. Quindi abbiamo cercato di non aumentare la spesa corrente, abbiamo disfatto dei contratti per riprendere dei lavori in casa con l'Ufficio tecnico. Abbiamo fatto di tutto per mantenere la Tarsu ed abbattere l'Imu per i redditi più bassi fino a 25mila euro, questo aiuterà molte persone. Onestamente ci riteniamo assolti".
I due gruppi di minoranza hanno votato contro l'aumento dell'Irpef e si sono astenuti sul bilancio. "Purtroppo – ha ricordato il consigliere Maurilio Ottello di "Movimento Popolare per Cambiare" – i problemi di Pavone vengono da lontano".
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