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SAN MAURO. "Ma la trasparenza del M5s che fine ha fatto?"

SAN MAURO. "Ma la trasparenza del M5s che fine ha fatto?"

Pietro Carena

L’ex consigliere del Partito Democratico, Pietro Carena, critica i primi mesi della giunta Bongiovanni. Il punto debole? “Opacità nelle scelte”. Sono passati 9 mesi dalla vittoria dei 5 stelle, il palazzo, in questi mesi, è stato di vetro? Come avevano promesso... “No. Direi che questa è stata la delusione maggiore. Un’esperienza, ci tengo a precisarlo, che io non considero negativa in modo fazioso. Il Movimento 5 stelle porta comunque delle novità che sono un patrimonio della politica. Per esempio, qui a San Mauro, l’emersione nel tempo di capacità innovative. Ma il metodo ha tradito le attese. L’interazione con la città, la comunicazione a due vie,  è oggi ai livelli minimi. L’opacità nella vicenda del Segretario Comunale, la timidezza nell’affrontare in campo aperto la vicenda dei trasporti; e soprattutto la recente vicenda del CISA, sono embllematiche”. Si tratta di una questione di inesperienza o di un metodo sbagliato?Gioca l’inesperienza, certo. Ma quando l’inesperienza viene quasi considerata un plus, confina con l’arroganza.  Un approccio schietto con la città, un’interazione vivace con l’opposizione, farebbe perdonare molta inesperienza. Qui abbiamo visto la Giunta a volta chiudere un discorso per demandarlo alle sedi istituzionali. Dal movimento di Grillo ci si sarebbe potuti aspettare ben altro. E io me lo auguravo.” Tu hai capito chi prende le decisioni: sul segretario, sul Cisa, e ora sul nuovo assessore..? “Non l’ho capito perchè nessuno ce lo dice. Io non escludo che la candidata possa essere qualificata. Ma questo sarebbe più credibile se qualcuno ci spiegasse il perchè. Invece nessuno ce lo dice, fino a richiamarsi alla sacralità dei consessi ufficiali, quegli stessi traditi mediante il conclamato mancato rispetto delle regole statutarie del Cisa. Ok, è una persona in gamba? dovrebbe essere facile farci capire il perchè...”. Che differenza c’è tra il Partito Democratico e i 5 stelle? “Il Partito Democratico traccia il proprio percorso decisionale. Uno può essere d’accordo o meno su linee che vengono spiegate.  Nel Movimento 5 stelle il consenso è costruito “altrove”. In modo non dichiarato, non leggibile, e - a quanto risulta - non sempre coerentemente seguito (Genova)”. Insomma, in questi mesi, il comune è diventato ancora più inaccessibile ai cittadini?Questo senz’’altro. Al di là della buona volontà personale di qualcuno le scelte non vengono ne spiegate nè tantomeno discusse. Talvolta le ragioni non vengono neppure approfondite. Molto spesso gli assessori considerano “tecniche” (e quindi affidate agli uffici) tematiche che invece sono “politiche”. I comuni non possono arrendersi di fronte alle limitazioni di Bilancio, per esempio. Una Giunta è un luogo privilegiato di interazione anche con le organizzazioni sovracomunali. Invece l’ANCI è vista come un organizzazione burocratica, estranea, per esempio”. Critiche giuste, probabilmente, le tue. Ma come mai nei sondaggi il 5 stelle continua a volare? Nonostante i pasticci di Parma, Genova, Roma, Quarto, Torino ... “In prima approssimazione, perchè il M5 stelle non nasce dal nulla, e non rappresenta soltanto una reazione negativa. L’Antipolitica - disse una volta Castellani - è anche volontà di buona politica. E il M5 stelle miete molto sulle colpe altrui. In modo che però alla lunga dovrà  pure trovare maggiore sostanza e maggiore razionalità. Da questo punto di vista, non sono ottimista. E movimenti di opinione, anche molto forti, che poi non hanno saputo rendersi credibili nel tempo, che ne sono stati molti. Penso alla Rete di Orlando, alla Lega di Bossi, al Movimento di Di Pietro. Cose già viste, fin dal movimento dell’ormai remoto dopoguerra dell’Uomo Qualunque...”. La giunta Dallolio comunicava meglio? Si esponeva di più?Si esponeva enormemente di più. Ricordo le commissioni seminariali sul bilancio, per esempio. O l’incontro - non facile per nulla - con i commercianti a presentare la Tares, in cui il Comune si trovava in mezzo fra una normativa pazzesca e una cittadinanza infuriata. Non abbiamo mica demandato il problema alla dirigente quella volta. Abbiamo convocato una riunione ad hoc”. Se potessi dare un consiglio a Bongiovanni cosa gli diresti?Di non aver paura del confronto diretto e ripetuto. Di scendere ogni giorno in campo per spiegare cosa fa, cosa intende fare, il perchè, e quello che non può fare”.
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