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PAVONE. Sul Mulino c'è un'idea. Andriolo attacca: "solo voi e la Raggi"

Sul Mulino ora c’è un’idea definitiva. Diverrà un polo museale. L’Amministrazione Comunale ha deciso e dopo tanti tentennamenti e ben tre progetti impilati nei cassetti ad opera di altrettanti professionisti, ha calato le carte, inserendo la nuova destinazione nel locale nel Dup, il documento unico di programmazione accostato al bilancio di previsione. “Vorremmo promuovere iniziative per lo sviluppo e la diffusione della cultura - ha annunciato il sindaco Alessandro Perenchio nell’ultimo consiglio comunale -. Ricaveremo la biblioteca civica nel vecchio mulino di via Marconi mantenendo le vecchie macine come parte museale. Vorremmo rendere le attività contadine passate oggetto studio per i ragazzi”. “Noi avevamo già accennato la nostra intenzione su come sfruttare quell’area - ha chiarito ancora il primo cittadino -. Stiamo ragionando con la scuola. Stiamo andando avanti spediti. Che ci arriviamo in sei mesi o due anni dipende dalle risorse”. Tante belle parole che non hanno però convinto la minoranza. Giuseppe Andriolo, capogruppo, da tempo critica le contraddizioni in cui sta inciampando la maggioranza a causa di diatribe interne. Per un certo periodo, l’anno scorso, s’era detto che il Mulino sarebbe diventato magazzino e sede dei cantonieri. Due diverse visioni: da un lato si parlava di cultura, dall’altra di strutture per i mezzi e gli attrezzi per fare manutenzioni in paese. Specchio delle diverse opinioni che dividevano il vicesindaco Gianfranco Cobetto, il maggior sponsor del mantenimento delle radici agricole, e l’ex assessore dimissionario Maurizio Giglio Tos, il quale era più propenso ad un uso “pratico”. Ecco perché Andriolo non si è lasciato sfuggire l’opportunità di mettere la maggioranza al muro. “Condivido molto la sensibilità per la cultura - ha ironizzato in primo luogo il capogruppo dell’opposizione -. Ma vi rendete conto che dite: vi diciamo quello che vogliamo quando vogliamo. Non è un modo democratico, rispettoso di quei criteri di trasparenza e partecipazione che avete messo nella vostra relazione di mandato. Probabilmente solo voi e la Raggi agite in questo modo…”. Un attacco che ha dato adito anche ad un battibecco col capogruppo di maggioranza Andrea Maccioni, il quale ha tentato di stoppare il discorso e chiudere la seduta. Tanto è vero che Andriolo si è appellato al presidente Cobetto per far rispettare il regolamento comunale che prevede un tot di minuti di intervento per ciascun consigliere. Chiusa la polemica con Maccioni, Andriolo ha poi spostato l’attenzione sul Museo d’Andrade, chiuso da questa amministrazione. Una contraddizione: da un lato si vogliono ristrutturare dei locali, dall’altra si abbandonato quelli già esistenti. “Una parte di patrimonio documentale e librario c’è - ha fatto notare Andriolo -, non solo nella biblioteca ma anche nel museo. Riconosco che queste strutture siano un problema ma non possiamo accantonarlo come se non esistesse, altrimenti ce lo porteremo dietro nel tempo e ancora più danneggiato. La mia non è una battaglia di principio: non credo che il museo sia un feticcio ma un patrimonio da gestire”. Alla fine della fiera non s’è capito esattamente quale sia la meta dell’Amministrazione nel campo culturale. Il sindaco ha chiuso la discussione con una promessa molto, molto generica. “Abbiamo cercato di capire come incentivare il paese e stiamo lavorando su un progetto un po’ più grande… - ha soltanto accennato Perenchio -. Il nostro obiettivo, a breve, è di presentare un progetto turistico culturale. C’è già un accordo con la Sovrintendenza di Aosta e un altro comune della Valle d’Aosta. Stiamo lavorando con la via Francigena. Il solo recupero del Museo sarebbe stato un costo: nell’ambito di un contesto sarebbe diverso. La nostra intenzione è arrivare alla condivisione di questo percorso prima delle Ferie Medievali”. Sovrintendenza di Aosta? E cosa avrebbe a che fare con Pavone..? Punti interrogativi su cui certamente si tornerà a discutere.
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