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SAN GIUSTO. Comune, ma quanto ci costi?

SAN GIUSTO. Comune, ma quanto ci costi?

Libonati Giuseppe, Prono Moreno e Saya Josè

11mila euro in più all’anno. E’ quanto spenderà il comune di personale a partire dal 2017. Una spesa in più che si poteva evitare se solo, come sostiene la minoranza consiliare, l’Amministrazione avesse operato scelte più oculate. L’aumento di 11mila euro si deve all’assunzione di un nuovo impiegato, della categoria più alta possibile: un D3 per i tributi. L’avviso di mobilità è scaduto il 6 marzo scorso. Obiettivo: assegnare alla new entry la responsabilità del servizio. “Assurdo” commenta Josè Saya dai banchi dell’opposizione, uno che, per il suo lavoro di tecnico comunale a None, a queste cose è avvezzo. “Sarebbe bastato - espone la sua logica ricetta il consigliere - cercare un C3. O se proprio si voleva una posizione più alta, gli amministratori potevano scegliere un D1 e risparmiare comunque circa 3mila euro. Anche perché non vediamo l’esigenza di attribuire la responsabilità, specie da quanto abbiamo il segretario comunale a tempo pieno…”. Sergio Maggio, infatti, è totalmente a San Giusto da quando il comune di Vische ha sciolto la convenzione. Con un costo, di conseguenza, maggiore a carico dell’ente. E fino al mese scorso era proprio lui a gestire i tributi insieme alle funzioni del verde e del cimitero. “Se starà più ore a San Giusto - ribadisce Saya - allora che bisogno c’è di togliergli delle mansioni? Abbiamo chiesto appuntamento sia con il sindaco Giosi Boggio che con il segretario e il 9 marzo attraverso posta certificata abbiamo presentato le nostre proposte sull’assetto della pianta organica”. Delle due ipotesi, quella di assumere un C3 permetteva di risparmiare 11mila euro l’anno. Quella relativa al D1 di risparmiare 3500 euro l’anno. “C’è una non coerenza nella distribuzione delle competenze per ogni settore - osserva ancora Saya -. Perché il segretario e non l’ufficio tecnico si occupa del verde e del cimitero? E perché il settore tributi è scorporato da quello finanziario? Nei comuni delle nostre dimensioni c’è un’unica figura mentre qui vorrebbero dividere i settori con due posizioni organizzative entrambe di ottavo livello. Il risultato è che un comune di 3500 abitanti ha ben tre responsabili: per il settore finanziario e la polizia municipale Maria Rita Parola, per l’ufficio tecnico Antonio Barbieri a cui si aggiunge il segretario. Insomma, un terzo dei dipendenti (sette impiegati più due cantonieri) ha responsabilità. Nemmeno a Torino si trova un organigramma del genere. E’ un fatto anomalo che un comune come San Giusto non può e non deve permettersi. In un periodo così delicato a livello italiano perché andare a gravare i cittadini di una ulteriore spesa?”.
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