Mercoledì pomeriggio si è tenuta presso la sala Levi della biblioteca Archimede l’iniziativa “Sentirsi a casa…fuori casa. Rivendicazioni sul territorio di Settimo Torinese” curata dall’associazione +Diritti in cui si è discusso sul riordino della residenzialità psichiatrica. Sono intervenuti alla tavola rotonda Enrico di Croce, Carmen Destefano della cooperativa Frassati, Doriana di Paola di PsicoPoint, Walter Nisi della cooperativa Ippogrifo, Laura Fachin del Comitato per la Salute Mentale in Piemonte, la consigliera comunale Chiara Gaiola, l'assessore alla sanità Rosa Catenaccio e alcuni utenti e familiari che hanno parlato ad una folta platea di pubblico. “Come associazione- spiegano dal sodalizio, presieduto da Maura Formica- siamo convinti che lo smantellamento della residenzialità possa costituire un primo passo per colpire e impoverire ulteriormente i centri di salute mentale già provati, negli ultimi anni, da consistenti tagli in termini di personale e risorse”. Un problema che +Diritti insieme ad altre realtà del territorio sta affrontando ormai da quasi due anni, battendosi e lottando per i diritti delle persone con malattie mentali. Dopo un attento approfondimento sulla storia di Settimo in cui dal 2005 esiste il progetto Iesa (Inserimento Eterofamiliare Supportato di Adulti, un servizio di volontariato retribuito, sostenuto dall’Asl To4, che consiste nell’inserimento all’interno di una famiglia ospitante diversa da quella di origine, opportunamente selezionata e abilitata, di una persona che soffre di disturbi psichici, ndr), dal 2006 esistono i gruppi appartamento, realtà in cui gli utenti possono vivere in autonomia. Realtà che oggi con il riordino della residenzialità psichiatrica rischiano di sparire. Per questo il sodalizio chiede a gran voce durante l’iniziativa: il mantenimento dei gruppi appartamento negli alloggi di civile abitazione e il loro radicamento sul territorio; un percorso di cura individualizzato e mirato il più possibile all’autonomia della persona; l’innalzamento del budget di spesa per la salute mentale. “Riteniamo che il disagio psichico vada affrontato a partire dai Centri di salute mentale che devono essere implementati- continuano- per garantire: presa in carico precoce, continuità di cure, supporto alle famiglie, interventi sul territorio, interventi con il territorio (integrazione tra servizi, tra pubblico e privato, lavoro, lotta allo stigma)”. Insomma una battaglia che +Diritti continua a perseguire e non ha per nulla intenzione di arrestare la propria lotta per continuare a dare voce, cura e diritti a chi non ce li ha.
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