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SETTIMO TORINESE. Un nuovo murale al Fenoglio

SETTIMO TORINESE. Un nuovo murale al Fenoglio

I ragazzi che hanno realizzato il murale "La condivisione del pane"

Un murale di Eduardo “Mono” Carrasco, realizzato dagli ospiti del centro Fenoglio insieme ai giovani del Consiglio Comunale dei ragazzi di Settimo Torinese, da mercoledì colora la mensa del centro. Nell’ambito della mostra Binario 18 #stayhumanart, inaugurata sabato 21 gennaio, mercoledì pomeriggio, durante la visita del Ccr, è stato creato un “murale partecipato”, tecnica utilizzata dall’artista cileno, il cui vero nome è Héctor Carrasco, che vive e lavora in Italia dal 1974, quando arrivò dal suo paese come rifugiato politico dopo l’avvento della dittatura di Augusto Pinochet. “Quando sono arrivato avevo la sensazione di essere in un posto completamente diverso dagli altri- ha spiegato Carrasco-. C’era gente di un colore diverso dal mio, con una lingua diversa, anche se io parlavo spagnolo ed è stato più semplice comunicare”. L’idea del murale partecipato è nata già nel suo paese d’origine in cui ha iniziato con alcuni amici a fine anni sessanta, in cui vigeva il divieto di imbrattare i muri, e, per questo, fu messo in prigione ben 13 volte. Oggi a Santiago tutte le 86 stazioni hanno un suo murale al suo interno e le sue opere sono molteplici in Cile, in Europa e in Italia. I ragazzi del Ccr, dopo aver visitato la mostra accompagnati da una volontaria di Casa dei Popoli e dalla curatrice della mostra Roberta di Chiara, hanno potuto dipingere insieme ai ragazzi del centro l’opera che rappresenta la “condivisione del pane”, il segno umano per eccellenza. Un murale multicolor e pieno di significato che Carrasco ha voluto donare al Fenoglio. Realizzato dai giovani del centro e del Ccr perché “è uno dei pochi lavori al mondo in cui è possibile sbagliare. Tutti da piccoli abbiamo giocato con quei libri in cui c'era il disegno e bisognava colorarlo e nei murales partecipati succede esattamente questo. Ho dato loro il disegno e loro l'hanno colorato". Un momento di unione che ha visto i giovani lavorare insieme, senza distinzioni. Un bel modo di fare integrazione ed aprire le porte del centro alla cittadinanza e far capire che i migranti sono prima di tutto persone esattamente come noi, con pensieri, paure, sogni, gioie e dolori. L'arte della mostra Binario 18 è stata in grado di unire più culture insieme attraverso la potenza delle immagini, dei colori e dei disegni, linguaggi universali. Dimostrando che l'arte può essere uno strumento per creare accoglienza ed integrazione ed unire popoli diversi tra loro.  
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