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VENARIA. “Otto euro vanno più che bene” per i lavoratori della Reggia

CoopCulture, la cooperativa che gestisce i servizi della Reggia di Venaria “non ha fatto alcuna operazione antisciopero né ha violato le regole. Abbiamo agito secondo lo spirito di servizio verso il pubblico e nel rispetto degli impegni assunti”.

La presidente, Giovanna Barni, interviene così nel caso del ponte dell’Epifania, quando il sindacato Usb aveva indetto uno sciopero, contestando poi alla cooperativa un comportamento antisindacale per avere chiamato in servizio altri lavoratori. “Nessuna assunzione con voucher - sostiene Barni. In conformità alla legge, che assicura ai servizi culturali la qualifica di servizi pubblici essenziali, e davanti a una esplicita richiesta del Consorzio di assicurare la fruibilità del complesso, abbiamo concordato con i lavoratori che fossero assicurate le 12 postazioni minime previste”.

La presidente di CoopCulture ricorda che era già previsto, prima del ponte dell’Epifania, “un primo potenziamento del servizio di accoglienza, e conseguentemente dell’organico, da sperimentare in alcuni weekend di ponte festivo: non solo il 6-7 gennaio, quindi, ma anche a Pasqua e per il 25 aprile e 1° maggio”.

E di fronte a dichiarazioni come questa è più che soddisdatto il direttore del Consorzio Mario Turetta. “Sì, siamo soddisfatti di avere avuto conferma che tutta la vicenda si sia svolta nel pieno rispetto delle leggi vigenti”.

“Peraltro - prosegue Turetta - CoopCulture riconosce ai dipendenti che prestano servizio alla Reggia una paga oraria di 8 euro, quindi superiore alla media di quella corrisposta da altre realtà museali regionali e nazionali per i medesimi servizi”.

“In questo modo - continua il direttore del Consorzio - siamo anticipatori delle proposte che circolano in questi giorni che prevedono appunto di fissare questa cifra, al di là della tipologia dei contratti, come il compenso orario base adeguato per tutti, fermo restando il nostro compito e dovere di agire nei limiti del bilancio e secondo i criteri di economicità ed efficienza migliori possibili”. E siccome è evidente a tutti che una paga oraria di 8 euro  non può certo garantire una vita dignitosa, c’è da credere che la protesta dei lavori continuerà.

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