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PONT. “La strada è troppo stretta”

PONT. “La strada è troppo stretta”

Tornano a protestare i sindaci della Valle Soana per l’annoso problema dell’unica strada che percorre la valle, collegandola con Pont e da lì con i centri della pianura. In previsione dell’incontro che si terrà domani a Rivarolo fra la presidente della Città Metropolitana Chiara Appendino ed i primi cittadini dell’Alto Canavese,  hanno scritto una lettera alla presidente, chiedendole di intervenire per porre rimedio ai disagi che periodicamente vengono denunciati in occasione di episodi eclatanti per poi ripiombare nel dimenticatoio. 

Già nella primavera dello scorso anno, in occasione di una riunione del consiglio dell’Unione Montana Valli Orco e Soana, si era affrontata la questione strade (di questa in particolare) ed il sindaco di Ronco Danilo Crosasso si era mostrato molto deciso ed anche molto arrabbiato, soprattutto in riferimento a progetti quali quello della ciclabile Torino-Ceresole che proprio di primaria importanza non è… 

Si era stabilito di fare pressioni  sulla Città Metropolitana ma evidentemente senza ottenere grandi risultati. Ora Crosasso e di suoi colleghi di Ingria Igor De Santis e di Valprato Francesco Bozzato ci riprovano, insieme al sindaco di Pont Paolo Coppo. Si sentiranno dire anche questa volta che i soldi non ci sono? L’assurdo è che qualche anno fa c’erano.

Stanziare fondi che poi non vengono utilizzati o vengono dirottati altrove è una prerogativa italiana ma in questo caso la faccenda è più succosa: una parte del denaro (300.000 euro) era stata infatti subito spesa. La Provincia aveva acquistato una serie di edifici situati nel tratto più critico, quello in uscita da Pont, per abbatterli ed allargare la carreggiata. Poi era arrivato il Governo Monti con i suoi tagli e ci si era fermati, non portando nemmeno a termine gli interventi più semplici e meno onerosi: valga l’esempio di un capannone in disuso, del quale era iniziata la demolizione. Avrebbe dovuto lasciare spazio ad uno slargo ed a qualche piazzuola per le auto, consentendo nel contempo un accesso più agevole al capannone vicino invece è rimasto lì, scheletrito e cadente, causando problemi all’altro edificio per le continue infiltrazioni d’acqua. Eppure, quando ci si è decisi ad intervenire, sono bastate poche ore di lavoro e ben pochi soldi per risolvere i problemi più urgenti; solo che non si è andati fino in fondo e così non ci sono né il parcheggio né lo slargo.

Quanto agli altri fabbricati a suo tempo acquistati, sono stati lasciati a sé stessi e stanno cadendo a pezzi, creando pericoli all’incolumità di chi transita sulla strada: appartenessero ancora ai proprietari precedenti, chissà quante ingiunzioni avrebbero ricevuto costoro! Ma sono di proprietà di un ente pubblico e quindi liberi di nuocere… 

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