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VENARIA. Presidio antimafia. E si comincia con Di Matteo

L’ultimo consiglio comunale è stato caratterizzato, oltre che per le diatribe fra maggioranza ed opposizione, anche per la presentazione ufficiale del piano di attività della “Commissione speciale antimafia”, istituita a fine luglio sotto la presidenza della consigliera Barbara Virga e che ha visto lo “start” solamente ad inizio ottobre.

“Presidente” Virga, puoi illustrarci le esatte competenze della Commissione?

La delibera ci ha assegnato la duplice funzione di sensibilizzare la cittadinanza, in particolare la popolazione giovanile, diffondendo i valori della legalità in contrasto alla cultura mafiosa e di prevenire ed eventualmente contrastare adeguatamente le infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione. Una commissione che, essendo speciale e non di inchiesta, non potrà occuparsi di singole segnalazioni. Il suo ruolo resta quello di indirizzo ed impulso tipico delle commissioni. Tutte le attività concrete che la commissione ha inserito nel suo piano sono suscettibili di valutazione di fattibilità da parte degli organi competenti, ai quali spetta il compito di individuare le risorse umane, logistiche ed economiche se necessarie. Noi raccogliamo informazioni, grazie anche alla possibilità di effettuare audizioni e di avvalersi di esperti. In questi mesi abbiamo incontrato i dirigenti comunali, con i quali stiamo innescando un fruttuoso rapporto di collaborazione in tema di prevenzione, ma anche le associazioni antimafia interessate ad operare sul territorio in collaborazione con la città e le scuole. In ultimo, dopo aver elaborato proposte, le portiamo alla conoscenza del consiglio comunale affinché indirizzi sindaco e Giunta”.

Come primo atto la Commissione ha chiesto ed ottenuto dal Consiglio il conferimento della cittadinanza onoraria al giudice Nino Di Matteo, minacciato dalla mafia, con l’apposizione davanti al Comune di uno striscione di solidarietà.

“Questa idea è nata nel corso delle audizioni con le associazioni antimafia e vuole essere un segnale simbolico dal significato forte. Ci è sembrato l’esordio giusto per intraprendere un percorso che faccia di Venaria una città presidio dell’antimafia. In contrasto ad un passato che ha visto la città quale località di “confino” per appartenenti alla mafia siciliana, qualche volta perfino luogo di latitanze eccellenti, e ad un presente che ci ha visto oggetto di operazioni delle forze dell’ordine contro la criminalità organizzata calabrese. Il magistrato Di Matteo, in prima linea nella lotta alla Mafia in terra di Sicilia, è un degno erede del lavoro dei compianti giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E merita di essere “protetto”, oltre che dalle imponenti misure di sicurezza, dalla solidarietà dell’Italia onesta, che auspica di non doversi più disperare sulle tombe di giudici che saltano in aria sulle cariche di tritolo”.

Quali sono i prossimi obiettivi?

“Ci muoviamo contemporaneamente su tre fronti. A partire dall’educazione civica, passando per l’acquisizione da parte del Comune e la destinazione a fini sociali dei beni confiscati presenti sul territorio, ma anche sul monitoraggio interno dell’Ente, in ottica di prevenzione delle infiltrazioni mafiose nei meccanismi comunali e, contestualmente, di garanzia della trasparenza amministrativa. Chiederemo di realizzare in città un Salone della legalità, con occasioni informative e formative per i cittadini su temi quali la presenza delle Mafie al Nord, il gioco d’azzardo, l’usura e l’estorsione, in modo che sappiano cogliere per tempo segnali negativi e avere gli strumenti per difendersi. Vorremmo inoltre la creazione, su un bene confiscato alla Mafia sul territorio, di una “Casa della Legalità”, che venga possibilmente presidiata dall’Associazione Nazionale Carabinieri  e ospiti associazioni antimafia, compreso un presidio di Libera. Vorremmo che diventi il naturale approdo di continuità, una volta usciti dal liceo, dei tanti studenti che hanno già costituito un presidio analogo all’interno dell’istituto. La Commissione cercherà di dare un contributo anche rispetto all’affidamento dei campi sportivi di via Guarini, attualmente in stato di devastazione, a seguito dell’ormai nota vicenda estorsiva ai danni di un imprenditore. L’idea potrebbe essere quella di farne una sorta di “Palestra sociale” del tipo di quelle finanziate con Fondi del Coni destinati all’utilizzo dello sport in funzione preventiva delle devianze giovanili verso la criminalità organizzata”.

Per ora come giudichi questo percorso?

“Molto positivo. Questo grazie alla sintonia che da subito si è creata in Commissione con le altre componenti, vale a dire Stefano Balocco, Giovanni Battafarano, Caterina Terrizzi e, prima che lasciasse il consiglio, Fosca Gennari. Tutti hanno capito, visti anche gli episodi di criminalità organizzata che hanno interessato la nostra città, che questa materia deve essere trattata assolutamente al di là degli steccati politici, cercando punti di incontro rispetto alle differenze di vedute”.

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