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20 Dicembre 2016 - 18:17
Gli obiettivi sono stati raggiunti tutti, o quasi, ma morire se ce n’era uno, anche solo uno che fosse stato condiviso con quei 177 sindaci. Soprattutto di questo si è discusso, mercoledì scorso, in Santa Marta a Ivrea, in occasione di un’assemblea generale dell’Asl To4 (Chivasso/Ciriè/Ivrea).
Gran mattatore (si fa per dire) il direttore generale Lorenzo Ardissone.
“Nove primari entreranno in servizio nel 2017 - ha subito messo le mani avanti - Abbiamo già bandito quattro concorsi e altri cinque lo saranno nei primi mesi dell’anno prossimo...”.
Per il Centro trasfusionale, per il Dipartimento di emergenza e accettazione, per la Gastroenterologia, Anestesia e rianimazione di Ivrea. E poi per l’Oncologia, la Geriatria, l’Ostetricia e la ginecologia sempre di Ivrea e per la Chirurgia di Chivasso.
Peccato per la soppressione della nefrologia di Ivrea. Peccato per quei due primari in più a Cuorgnè che non se ne sentiva proprio il bisogno...
“Peccato che a Ivrea ci sia ancora un ospedale vecchio e che costa molto in termini di manutenzioni - ha preso la parola il sindaco di Bollengo Luigi Sergio Ricca - Ci vorrebbe un nuovo ospedale. Avevamo già approvato uno studio e individuato un’area per la costruzione”.
Dall’eporediese al ciriacese con le critiche e poi l’astensione di numerosi sindaci (Robassomero, Viù, Vallo e Groscavallo) guidati dalla collega di Lanzo Tina Assalto, preoccupata per le sorti del suo ospedale.
“Dai tabulati risulterebbe un buco di 9 milioni di euro - ha commentato - E’ evidente che tutto si è concentrato su Ivrea e che le Valli di Lanzo sono sempre più marginali. Il nostro obiettivo è di tutelare l’ospedale ex Mauriziano. L’Asl ci ha promesso che non lo avrebbe depotenziato, ma stiamo ancora aspettando una tac e degli anestesisti... Lo diremo fino allo sfinimento e finchè avremo la forza di urlarlo...”
Sul tavolo i numeri di un bilancio che si chiude con risparmi notevoli, perfettamente allineati con gli obbiettivi di rientro della sanità piemonte, ma che comunque evidenza un bel segno meno per un milione e 600 mila euro.
“Il bilancio è sano - ci ha tenuto a sottolineare, a stretto giro di posta, la direzione dell’Asl - Quelle cifre in realtà verrà coperta con i trasferimenti dello Stato... Il bilancio chiude in pareggio”.
In generale, nei prossimi mesi, si continuerà a lavorare per la trasformazione del servizio sanitario, con le case della salute (a Ivrea, Cuorgnè, Caluso e Castellamonte) e l’infermiere di territorio. Con la telemedicina e maggiori sinergie tra Asl, case di riposo e consorzi.
E non basta ancora.
A Castellamonte, nel vecchio ospedale, è in progetto la costruzione di un centro per l’autismo.
Si pensa anche a un progetto territoriale legato alle demenze in collaborazione con le unità di valutazione geriatrica per luoghi dedicate ai caregiver, ovvero a coloro che si occupano e si fanno carico di una persona affetta da demenza.
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