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SAN MAURO. Botte tra vicini alla fiera dell'8 dicembre, comincia il processo

Vicini di casa ma sconosciuti. Tanto da prendersi a botte nel bel mezzo della fiera del’8 dicembre per un parcheggio. I riflettori della consueta manifestazione natalizia si erano concentrati, nella sua edizione 2013, su una rissa in via Novara, a pochi passi dalle vie chiuse al transito. Protagonisti di quella scenata due sanmauresi, entrambi residenti nei condomini della zona. Era venuti alle mani al punto da richiamare l’attenzione di passanti e forze dell’ordine e oggi entrambi, per quell’episodio, si trovano imputati presso il tribunale di Ivrea. Il processo è entrato nel vivo la scorsa settimana: davanti algiudice Ludovico MorelloMaurizio Massetto, 49 anni (assistito dall’avvocato Ezio Audisio del foro di Torino), e Giuseppe Maggio, 53 anni (difeso dagli avvocati Andrea Mastrodonato e Massimo Durante, sempre del foro di Torino) sono accusati di reciproche percosse e lesioni aggravate. L’astio tra i due si può toccare ancora con mano nonostante siano passati tre anni. Venerdì scorso, in tribunale a Ivrea per testimoniare, erano piuttosto inquieti e collerici. Maurizio Massetto ha raccontato che quel pomeriggio stava rientrando a casa, al civico 1 di via Novara, “quando ho visto due sconosciuti uscire dal mio cortile”. “Ho chiesto se abitavano nel condominio - ha raccontato - e subito ho ricevuto risposte abbastanza sgarbate ma visto che già in passato si erano verificati furti, soprattutto durante le fiere, ero preoccupato”. A quel punto, stando alla versione di Massetto, i due uomini si sarebbero avvicinati, con fare minaccioso. “Mia moglie e mio figlio si sono frapposti fra noi, i toni si sono accesi e Maggio, che ha cercato di colpirmi con un calcio, ha finito col colpire invece mia moglie. Poi mi ha buttato per terra”. Quel che è certo è che ne nacque un parapiglia. “Sì, è vero, sono stata colpita” ha confermato la moglie di Massetto, Raffaella De Paoli, precisando che “Maggio si è rivolto in maniera minacciosa verso mio marito, diceva parolacce, lo intimava a ‘farsi i cazzi suoi’, che non gliene fregava niente di chi era lui. Era molto irascibile. Non si poteva parlare…”. Massetto ha negato di aver sferrato dei pugni a sua volta. Ma, dalla parte di Maggio, c’è un certificato medico il quale attesta un grave trauma all’occhio. “Non è andata come dice lui, signor giudice, le cose stanno diversamente” si è messo a borbottare innervosito Maggio. Ha scalpitato tra i banchi fino a che non è stato il suo turno. “Ecco com’è andata - ha esordito Maggio - : Sono entrato nel cortile condominiale. Ho messo la Punto verde sotto il balcone, non dava fastidio a nessuno. Tutti mettono i veicoli sotto gli alberi. Ero solo, è uscita una signora e ha cominciato a brontolare. Mi ha chiamato ‘terrone’. Ma io abito lì! In via Roma 52. Da tredici anni. Ero girato di spalle quando mi è arrivato un pugno, nell’occhio e ho perso i sensi. Quando mi sono svegliato c’erano due vecchietti con una bottiglia d’acqua e tanta gente. Solo a quel punto sono arrivati mio fratello e la mia convivente. Porto gli occhiali per quel motivo. Avevo l’occhio rossissimo, per qualche giorno non ci vedevo più”. Non ci sono altri testimoni. L’unico che in certa parte vide la scena era soltanto un vicino di casa di Massetto, Mario Passerini. Ha confermato d’aver sentito urla, intorno alle 15, provenire dal cortile, ha precisato di essersi affacciato dal terzo piano. “Non riuscivo a visualizzare bene la dinamica - ha precisato il testimone - ma si stavano spintonando, all’altezza del cancello automatico. Poi, quando l’incrociato per le scale, Massetto mi ha detto che c’era stato un tafferuglio”. Il processo terminerà il 24 maggio.
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