Un altro caso di morte sospetta in tribunale ad Ivrea. Rischiano il rinvio a giudizio con la grave accusa di omicidio colposo quattro medici. Negli atti la Procura di Ivrea c’è il decesso, avvenuto per un’infezione, il 28 febbraio 2015, di Daniela Golfrè Andreasi, quattro giorni dopo le dimissioni dall’ospedale con una diagnosi di lombo-sciatalgia. La donna aveva 57 anni, lavorava come maestra di asilo nido ed abitava ad Azeglio. Si era recata due volte nel giro di pochi giorni al pronto soccorso di Ivrea, dimessa con una terapia per lenire i dolori. Sul banco degli imputati potrebbero finire il medico di base di Azeglio, Sergio Spatafora (difeso dall’avvocato Pio Coda) che per primo visitò la paziente, potrebbero finire altri tre dottori, dipendenti dell’ospedale, Giuseppe Caruso, che la prese in carico al pronto soccorso, Andrea Boschetti (avvocato Silvia Casali), l’ortopedico che la sottopose agli esami e che formulò la diagnosi di lombo-sciatalgia, e Giuseppina Girino (avvocato Mario Benni) che la dimise il 26 febbraio. Secondo la famiglia della Andreasi, decisa a costituirsi parte civile in un eventuale processo, non è possibile che nessuno dei quattro si sia accorto dell’infezione acuta. Eppure i segnali della cancrena gassosa al gluteo sinistro sarebbero stati riscontrabili già il 24 febbraio. Quella sera, secondo la ricostruzione dei famigliari, Andreasi chiamò la figlia al telefono alla schiena. Lamentava forti dolori. Il giorno successivo si rivolse al medico di base che, dopo la visita, le suggerì di recarsi al pronto soccorso se avesse ravvisato peggioramenti. Il mattino del 26 mattino febbraio la famiglia chiamò il 118, poi le dimissioni dopo alcune cure. Il ritorno a casa. Un’altra chiamata la sera del 27. Ma stavolta le condizioni risultavano tanto gravi che fu necessario ricoverare la paziente in rianimazione. Una leggerezza fatale: la morte avvenne il mattino del 28 febbraio. Il pm Ruggero Crupi ha chiesto l’archiviazione ma, di fronte all’opposizione dei famigliari (assistiti dall’avvocato Maria Luisa Bravo) il gip Stefania Cugge, ha disposto una ulteriore perizia. Lunedì scorso ha nominato il consulente Osculati e i difensori hanno nominato i periti di parte: il professor Gania, la dottoressa Cochis e il professor Biglino. L’udienza è stata rinviata al 16 marzo 2017. I consulenti cercheranno di fare chiarezza su quali siano satte le cause della morte. Le analisi effettuate a Ivrea hanno confermato la presenza di una grave infezione batteriologica alla gamba e all’area lombare della donna. La direzione generale dell’Asl aveva già avviato un’inchiesta interna. Andreasi, come scriveva l’Asl in un comunicato, aveva portato con sé una Risonanza Magnetica della colonna vertebrale effettuata recentemente presso un centro privato. “E’ stata visitata - aveva chiarito l’azienda -, anche dallo specialista ortopedico, ed è stata prescritta la terapia del caso, che ha risolto i sintomi acuti e ne ha permesso la dimissione. Non è stata riscontrata alcuna alterazione della cute e dei tessuti molli. La paziente, giovane, collaborante, ha riferito con precisione ai sanitari i sintomi del momento, non indicando episodi febbrili o altri stati anomali di salute. Non presentava visivamente segni cutanei indicanti anomalie a carico degli arti inferiori (arrossamento, edema o livori cutanei)”. Per questo dopo il parere dei medici e dell’ortopedico la donna era stata dimessa.
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