In Italia non brilliamo per senso della comicità. Non abbiamo quel sottile humor tipico anglosassone. Non stupisce allora che Angelo Patti, 29enne attore di Strambino, con un bagaglio professionale già parecchio lungo a dispetto della giovane età (dagli spettacoli teatrali a cortometraggi fino alle conduzioni di spettacoli circensi passando per l’insegnamento del teatro ai bambini), abbia deciso di partire, diretto nella patria di Charlie Chaplin, per aggiungere al suo curriculum, e alle sue esperienze, qualcosa che qui gli sarebbe mancato. E’ partito in inverno ed è tornato d’estate. Dal 9 gennaio al 9 agosto, per sette mesi, giusti giusti, ha vissuto a Londra seguendo le lezioni della scuola di circo per imparare l’arte del clown “Mi sono iscritto facendo equilibrismo - ci racconta -. In sette mesi ho concluso il primo livello”. Giusto per dire quanto sia complesso il mestiere sotto la superficie semplice di quelle scene che ci fanno morir dal ridere. Nel frattempo Angelo ha trovato lavoro come aiuto cameriere part time. Ho preso la balla al balzo per distribuire giornali alla metropolitana, tutte le mattine alle 5,30, dovevo mantenermi e ho preso casa a Stockwell station. E ho cominciato questa avventura: seguivo le lezioni due volte a settimana e questo mi ha dato la possibilità di valutare il mio fisico, che avevo un po’ trascurato. Visto che non potevo comunicare con la lingua, non conoscendo a perfezione l’inglese, mi sono impegnato per riuscire a comunicare col corpo. Ho seguito workshop legati al metodo di Seidenstein: creatività del corpo, improvvisazione e clowneria. Il seminario è durato cinque giorni, otto ore al giorno, mirato a inventare, creare usando solo il corpo”.Angelo Patti doveva tornare ad aprile per uno spettacolo ad Ivrea ma gli si sono aperte possibilità di seguire laboratori. Ha deciso di continuare. Fino a che non ha debuttato con i suoi primi sketch. “Il clown viene osservato per la sua stupidità, la sua ingenuità ma è anche un modo per imparare a sciogliersi, a non prendersi troppo sul serio, a ridere di sé - racconta Angelo -. Ecco che allora, per il primo prima sketch ho pensato di prendermi in giro giocando sul lavoro in un ristorante londinese che svolgevo per mantenermi. C’era una cosa che mi faceva impazzire: era la campanella della cucina perché dovevo portare vassoi dalla cucina alla sala. Allora ho deciso di improntare una gag sulla ricerca disperata del cameriere di accontentare il cliente, senza riuscirsi, perché deve tornare in cucina richiamato continuamente dallo chef”. Angelo ha chiamato la gag “Bell Italia” perché da un lato evocava il nome di un ristorante italiano e perché, dall’altra Bell, dall’inglese, significa “campana”. Ha presentato lo spettacolo in centro a Londra e si è esibito in un teathre-pub. “Adesso ho altri progetto - racconta Angelo, tornato a lavorare qui in Canavese, nella sua Strambino -. Io sono attore per esigenza, perché non potrei farne a meno, tutto il resto è vita quotidiana, e quello che non mi è mai mancato è l’umiltà. Riprenderò il mio ruolo di insegnante all’accademia di Danza e Spettacolo di Ivrea, il lunedì, martedì e mercoledì, con tantissimi bambini, continuerò con la compagnia Andromeda. Ho trovato corsi a Roma che mi piacerebbe seguire. E vorrei continuare a propormi come clown. La gente magari pensa ai palloncini ma è qualcosa di più attoriale quello che voglio studiare. E’ prendere un cucchiaio e dimenticare come si usa. Vorrei coronare questo sogno, se non adesso più avanti. E del resto ho cominciato a studiare recitazione a dieci anni proprio perché volevo diventare un clown, in Italia l’unica cosa che gli si avvicinava era la recitazione”.
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