Antonio Augelli, classe 1991, è insegnante di Macumba e la sua associazione Accendi lo Spirito conta oltre 200 allieve che si allenano presso l’oratorio della parrocchia San Vincenzo. Sono tantissime le manifestazioni a cui ha partecipato negli ultimi anni come animatore e insegnante: Color Run, Rimini Wellness, Torino City Run, per citarne alcune. Sai della candidatura di Settimo a Capitale della Cultura 2018? “Ne sono a conoscenza e sono rimasto attratto da questa possibilità che si vuole offrire alla città di Settimo Torinese. Credo che sia un titolo da poter vantare con fierezza in quanto una città attiva come Settimo possa crescere ancora di più. Spero che il progetto in corsa sia valido da poter convincere la giuria di esperti e da potersi assicurare l’opportunità di vincere il concorso e quindi il contributo per realizzarlo”. Cosa ne pensi della candidatura e delle sue motivazioni? “Sicuramente la vedo come una sfida. Le motivazioni espresse sul sito internet del comune di Settimo Torinese sono un’assoluta verità. Vedo la città avanti anni luce rispetto al resto della periferia della cintura di Torino. C’è vita, iniziative culturali e non, tante attività da poter fare, e per essere un Centro di circa 50 mila abitanti, direi che il territorio viene gestito in maniera egregia”. Pensi che Settimo possa competere con le altre città candidate come Recanati o con le città che sono state negli anni precedenti capitale culturale come Mantova, Pistoia? “Sicuramente tra le 21 candidate al titolo, Settimo non ha da invidiare nulla. Certo forse l’arte di Recanati, Palermo e Comacchio compresi i bellissimi paesaggi, ma dipende tutto dal progetto in discussione e da ciò che ne deciderà il Ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo. Sinceramente, Settimo ha dimostrato di sapersi organizzare e reinventare ogni volta, grazie al Comune aperto a sostenere idee, e anche agli altri organi come Pro Loco o l’associazione Cento36 capaci di cooperare e creare eventi e celebrazioni di un certo calibro tanto da coinvolgere persino gente che sta al di fuori del territorio piemontese. Da ciò si evince la buona riuscita delle manifestazioni e quindi il contatto diretto con il turismo locale”. Pensi che manchi qualcosa nella candidatura? “Si parla principalmente delle esperienze relative all'accoglienza/integrazione del Fenoglio e alla rinascita culturale grazie alla biblioteca Archimede, al teatro Garybaldi, alla Suoneria. Tutto ciò che poteva essere inserito è stato messo in discussione. Si è valorizzato ciò che veramente è importante sul territorio settimese. La Biblioteca Archimede è un punto di forza, con gli eventi che vengono organizzati sottolinea l’aspetto culturale della città e la voglia di trasmettere questo valore ai giovani che ruotano attorno alla struttura. Io stesso ho frequentato la biblioteca per concludere i miei studi e sono sempre stato attratto dalle attività culturali che vengono organizzate. Il Fenoglio rappresenta un ponte diretto con le altre culture, sintomo di apertura mentale sotto questo punto di vista, mentre il teatro Garybaldi descrive la voglia di Arte, con il suo fitto palinsesto in un momento storico dove il teatro è forse la forma di spettacolo meno valorizzata”. Pensi che questa candidatura possa portare i giovani settimesi ad avere maggior interesse e maggior cura per la propria città e per ciò che ha da offrire? “Trovo che questo titolo sia un messaggio importante per i giovani settimesi. La cultura fa diventare Grandi accresce il nostro intelletto e la voglia di conoscenza. In un momento di ulteriore trasformazione dove si cerca di uscire dalla provincialità per affacciarsi ad un vero e proprio centro metropolitano, credo sia importante scavare nel passato citando lo slogan che dal 2008 ha meglio identificato la cittadina: Settimo Bella Da Vivere, perché è così che meglio vedo attraverso i miei occhi le persone e la città stessa”.
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