Xel, alias Alessandro Ussia, classe 1975, è il writer settimese più conosciuto nel panorama locale e torinese. Ha iniziato ad appassionarsi di graffiti e street art quando aveva quattordici anni e, dopo una breve pausa dall’arte urbana, negli anni 2000 ha iniziato a far parlare di sé con i suoi acrilici su tela che gli hanno permesso nel 2010 di entrare ad esporre in gallerie d’arte contemporanea. A Settimo è autore di opere come “Outskirt Story” al sottopassaggio ferroviario di via Leini e “The Third Week” al parco De Gasperi. Sai della candidatura di Settimo a Capitale della Cultura 2018? “Sì, ho visto anche su internet il vicesindaco Elena Piastra che spiegava in un telegiornale la candidatura”. Che cosa ne pensi? “Penso da settimese, ed essendo anche uno del settore, che sia una cosa che ti inorgoglisce. Una cosa forte perché comunque Settimo è sempre stata vista come una città dormitorio o solamente una città industriale. Fa piacere, invece, sapere che sia tra le candidate”. Competerà con città ricche di storia come Recanati. “Nomi altisonanti. Sarà una bella sfida”. Nel dossier presentato si mettono in primo piano nella candidatura la biblioteca Archimede e il centro Fenoglio, basteranno per far diventare Settimo Capitale della Cultura 2018? “La biblioteca è il gioiellino della nostra città. Un luogo di cultura creato in un momento come questo in cui nessuno investe più in cultura, vale già cento punti così. Non era un momento favorevole eppure l’amministrazione precedente ha puntato molto sulla sua realizzazione. Invece, per quanto riguarda il Fenoglio, lavorare sull’immigrazione oggi è delicato. Il fatto che una città decida di lavorare su tematiche d'integrazione ed accoglienza è già una vittoria. Se basta questo per vincere? Non lo so. Però sarebbe bello”. C’è qualcosa che manca secondo te nella candidatura? “Credo bisognerebbe valorizzare di più il teatro settimese. Penso sia un’altra carta importante per la candidatura”. Negli ultimi anni Settimo si è avvicinata molto al mondo della street art, potrebbe avere un ruolo nella candidatura? “Settimo, non so quale sia il motivo, forse c’è l’ha nel Dna, è sempre stata favorevole alla diffusione di questo tipo di arte. Già negli anni ’90 sono stati i primi a concedere dei muri per la realizzazione di graffiti. Settimo è sempre stata avanti in questo. La street art ha arricchito la città di Settimo e credo vada rafforzata ancora di più anche in vista della possibilità che Settimo diventi Capitale della Cultura 2018. In questi anni abbiamo fatto parecchio ma si può fare ancora di più”. Settimo potrebbe diventare una città turistica grazie alla Street art? Un po’come quando si va a cercare un Bansky in giro per l’Europa o l’America? “Spero che l’amministrazione voglia arrivare a questo e il loro avvicinamento negli ultimi anni a quest’arte fa pensare che si voglia arrivare proprio ad un turismo relativo alle opere murali presenti sul territorio. Un’ulteriore carta da giocare per la candidatura. Sarebbe fantastico che le persone venissero a Settimo per ammirare le sue opere di street art”.
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