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IVREA. Scs, non c’è ancora l’accordo E gli avvocati ora chi li paga?

IVREA. Scs, non c’è ancora l’accordo E gli avvocati ora chi li paga?

Elio Ottino

Squillino le trombe, rullino i tamburi anche Maria Maddalena Vietti Niclot ha deciso di togliere il disturbo. E fanno tre... Vietti Niclot, infatti, era l’ultimo rappresentante rimasto in carica del consiglio di amministrazione più breve della storia di SCS. Le sue dimissioni seguono a ruota, quelle, già datate, di Raffaella Valle e del Presidente Alberto Gottardo. Via lei, i 57 sindaci dell’azienda, che in eporediese si occupa di raccogliere i rifiuti, saranno presto chiamati a votare un nuovo consiglio di amministrazione. Che è facile da dire, un po’  più difficile da mettere in pratica.... La domanda è: con che metodo? Si ripartirà da zero come vuole Ivrea oppure si riconteggeranno le schede malcontate nel corso delle votazione del 20 maggio scorso come ha fatto capire in tutte le salse il sindaco di Salerano Elio Ottino? La decisione è - a ben vedere - appesa ai risultati dell’arbitrato richiesto quest’estate dall’avvocato Silvio Crapolicchio  di Roma a nome di otto comuni. Peccato che il 27 settembre scorso, al tavolo organizzato da Marco D’Arrigo, l’arbitro nominato dal Presidente del tribunale di Ivrea per dirimere la controversia, si siano seduti tutti, ma non si è riusciti a raggiungere un accordo che sia uno.  Diciamo che si è solo preso tempo, fissando un  prossimo incontro per il 17 ottobre. Domanda: basteranno un paio di settimane per raggiungere una quadra? Tutto dipenderà da quanta voglia c’è di ritirare il ricorso, ma non sembra ce ne sia così tanta. Proprio per parlare di questo il sindaco di Ivrea Carlo Della Pepa ha convocato  un incontro informale a Ivrea per il prossimo 11 ottobre. Tra gli argomenti anche i possibili costi che l’arbitrato produrrà. C’è l’avvocato dell’accusa, mancano ancora i legali della difesa. Ci saranno le parcelle... E poi anche l’arbitrato avrà un costo... Dieci, venti, trenta mila euro, difficile quantificare adesso, ma comunque tanti, anche considerando che chi vincerà difficilmente  s’accontenterà della vittoria e sicuramente vorrà anche essere certo che non si tocchi neanche un euro dalle casse di Scs... Insomma la crisi è totale, s’aggiunge che senza una guida politica, anche l’operatività dell’azienda è andata in tilt. Nessun problema per la gestione ordinaria, ma nelle scorse settimane, è già capitato che nessuno si sia preso la responsabilità di mettere la firma in calce all’acquisto di alcuni cassonetti dell’immondizia. Insomma, confusione e, tanto, tantissimo senso di disorientamento. La vicenda La situazione precipita il 20 maggio scorso quando l’assemblea dei sindaci  elegge alla presidenza del cda Alberto Gottardo, pur sapendo che, calcolatrice alla mano, aveva preso meno voti dell’altro candidato, cioè Giovanni Alessandro, che è anche segretario comunale a Strambino. Alcuni sindaci se l’attaccano subito al dito e cominciano formalmente a chiedere l’azzeramento del consiglio di amministrazione composto da Raffaella Valle,  Maria Maddalena Vietti Niclot e, appunto, dal Presidente Alberto Gottardo. Dalle parole si passa subito ai fatti. La “rivolta” è guidata dal sindaco di Salerano Elio Ottino che chiama l’avvocato Silvio Crapolicchio di Roma, lo stesso che, tra il 2004 e il 2006, lo aveva seguito e gli aveva fatto vincere la battaglia, portata fin dentro la Corte di Cassazione, per il terzo mandato a sindaco. All’indice la delega del Comune di Chiaverano, che all’assemblea era giunta via email nello smartphone del sindaco di Bollengo Luigi Sergio Ricca, dopo che si era già votato (“Non la si sarebbe dovuta prendere in considerazione perchè non c’era la firma e mancava pure un documento di identità …”). E, per inciso, Chiaverano, con il suo 2,07% delle quote sociali, è stato indispensabile per la vittoria di Gottardo con il 50,28 % dei voti. Senza quel 2,07 avrebbe vinto Giovanni Alessandro. Secondo l’accusa la colpa sarebbe soprattutto dell’ex presidente Giovanni Truant che non avrebbe vigilato a sufficienza. S’aggiunge la scivolata dell’eporediese Maurizio Perinetti presidente di CCA (Consorzio Canavesano Ambiente) nell’aver proposto il nome di Raffaella Valle senza la doverosa pronuncia dell’assemblea del CCA, alla quale partecipano oltre ai 53 sindaci dell’eporediese anche i comuni dell’alto Canavese. Insomma un mezzo abuso d’ufficio. E adesso? Ci vorrebbe qualcuno capace di ricucire i rapporti tra i sindaci. Qualcuno con l’autorevolezza necessaria a metterli tutti in riga,  ma non c’è. “Io no so che cosa dire – commentava il primo cittadino di Ivrea Carlo Della Pepa su queste pagine – Ho fatto di tutto per cercare una ricomposizione in assemblea suggerendo il nome di Marco Suriani, ma non andava bene. Non esistono questioni personali aperte. Quello che sostengo e che ho sempre sostenuto è l’inopportunità della candidatura di Giovanni Alessandro a ricoprire il ruolo di presidente di SCS essendo lui segretario in molti comuni dell’eporediese…”. Epperò, così dicendo, evidentementela questione personale, che prima non c’era, adesso c’è, non foss’altro che son noti a tutti  i dissapori sorti tanti anni fa con i fedelissimi dell’ex sindaco Fiorenzo Grijuela pronti a scendere in pista per Alberto Avetta alle primarie del Pd poi vinte da Carlo Della Pepa. Tra quei fedelissimi c’era anche  l’allora assessore di Ivrea Giovanni Alessandro. Il morale di questa brutta storia è che gggi all’indice c’è proprio lui, l’approssimativo Perinetti che con il sindaco di Ivrea Carlo Della Pepa s’erano messi in testa “l’andare a comandare” in SCS, catapultando alla guida nomi e cognomi a loro graditi. Cosa avrebbe dovuto fare un sindaco che aspira a fare il leader ma non ha i numeri? Minimo minimo  si sarebbe dovuto guardare intorno per poi eventualmente mettere il cappello sopra la prima proposta possibile, poco importa se intelligente.  
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