Non chiamatelo “diritto al panino”. A Feletto l’assessore all’Istruzione ha preso la sentenza della Corte d’Appello di Torino e l’ha “rimaneggiata”, diciamo così, ampliandone un po’ il significato… “Ai bambini - annuncia Ferrero - daremo la possibilità di un pasto caldo. Potranno portare delle pietanze da casa e scaldarle direttamente in loco”. L’obiettivo, evidentemente, è stare a metà tra le esigenze delle famiglie, oggetto di questa prima sentenza a livello nazionale, che fa giurisprudenza, e i fini educativi che dovrebbe sottintendere l’istituzione scolastica. Si parte dalla prossima settimana. Nella mensa del plesso, che ospita la primaria, l’amministrazione comunale metterà a disposizione un fornetto elettrico, semplice e pratico strumento ormai diffuso nelle abitazioni così come in tanti luoghi di lavoro, dove ci si porta dietro il “baracchino”. L’idea è già stata accolta con favore da un buon numero di famiglie. Ma, per sondare più esattamente l’indice di gradimento, l’assessore ha pensato ad un questionario, reperibile presso gli uffici comunali e scaricabile anche dal sito internet istituzionale. “Applicheremo la sentenza, siamo determinati” osserva l’Assessore che, per questo, si è trovata per altro in una divergenza di vedute con il dirigente scolastico Alberto Focilla, alla guida delle scuole di Rivarolo, Feletto e Bosconero. Quest’ultimo ha sconsigliato di stendere il tappeto ai diritti sanciti dalla sentenza. D’altronde, più in generale, comuni e istituti si stanno guardando bene dal diffondere la notizia: dare carta bianca vorrebbe dire rivedere il servizio mensa, riorganizzarlo, per alcuni enti potrebbe voler dire anche guai rispetto al capitolato d’appalto, nel caso in cui la ditta fornitrice abbia vinto l’appalto a condizione di somministrare un tot di pasti giornalieri. Non è il caso di Feletto dove - ma esistono altri esempi sul territorio dove è stato addirittura introdotto il badge per gli studenti, vedi Agliè - il servizio mensa è pagato dalle famiglie in base al numero dei basti richiesti ed erogati. “Quindi in due stanze metteremo il microonde in modo che bimbi possano portare il pranzo da casa e scaldarlo. Credo sia anche un modo - aggiunge Ferrero - per venire incontro alle famiglie a fronte dei problemi economici determinati da questo difficile periodo”. E l‘assessore, che si occupa, oltre che di scuola, di politiche sociali, dall’inizio del mandato, dalla primavera scorsa, ha preso in mano la situazione, lavorando anche sulla revisione del sistema di trasporto (che raccontiamo nell’articolo sottostante). Certo l’iniziativa comporterà un’attività di sensibilizzazione e responsabilizzazione. “Credo - chiosa Ferrero- che il panino non sia un’alternativa educativa. Bisogna mantenere l’attenzione sull’educazione alimentare”.
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