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SETTIMO VITTONE. Firme per i profughi. Bollo: "non è razzismo ma preoccupazione"

Quasi 150 firme raccolte. Non per cacciare gli immigrati. “Ci mancherebbe - dicono i promotori - ma per evitare che il loro numero cresca”. Nel giro di un mese una buona fetta di settimesi ha aderito alla lettera preparata da Corrado Bollo ed indirizzata al sindaco Sabrina Noro. Lui l’ha consegnata ieri mattina, in Municipio. “Nel giro di un anno sono arrivati troppi immigrati. Troppi per un paese delle mostre dimensioni” spiega il promotore della petizione. Una ventina di richiedenti asilo è ospitata in due alloggi, affittati alle cooperative dal medesimo proprietario contro il quale, tra l’altro, nei giorni scorsi si sono scatenati alcuni “writers”. “Er più ladro razzista idiota che ci sia” è la scritta che compare sul muro di un’attività commerciale lungo la statale, in bella mostra, sotto gli occhi di tutti. Il privato destinatario degli insulti ha già tentato di cancellarne alcuni. Contro di lui l’ira di chi lo ritiene uno sfruttatore della tragedia, pronto a mettere a disposizione i suoi alloggi sfitti per avere un guadagno. “Sono insulti, naturalmente da queste scritte mi dissocio” mette bene in chiaro Corrado Bollo. Altri trenta profughi sono stati accolti dalla parrocchia, dal parroco Don Nicola Alfonsi insieme ad un solido gruppo di parrocchiani. “E’ la matematica - sottolinea Bollo - : Settimo Vittone conta 1500 abitanti, siamo 500 residenti nel centro storico e sono 50 i profughi concentrati nel giro di 50 metri, tra la casa parrocchiale e la statale. Non è un numero esagerato? A livello nazionale oggi si parla di 2.5 profughi ogni mille abitanti, qui dovremmo averne sei al massimo”. Quindi? “Chiediamo di mettere un freno - risponde Bollo -, di mettere un tetto. Questa petizione non vuol essere affatto una critica al sindaco né una dimostrazione di razzismo. Non è questo, ma l’espressione di un disagio. È una preoccupazione per il futuro. Oggi in tre edifici registriamo una concentrazione troppo alta. Oltretutto le statistiche ci dicono che una larga maggioranza degli stranieri (circa l’ottanta per cento) non sono profughi ma immigrati in cerca di fortuna. Dunque, persone intenzionate a rimanere. E forse saremo noi a lasciare le nostre case, a trasferirci altrove. A diventare, noi stessi, migranti. Settimo Vittone, tra qualche tempo, non sarà più il paese che è. Sarà un paese diverso da quello in cui finora noi abbiamo abitato”.
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