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DRUENTO. Scuola: le cose che non vanno

DRUENTO. Scuola: le cose che non vanno

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L’anno scolastico è iniziato da pochi giorni, ma la situazione delle scuole cittadine è finita al centro del dibattito politico grazie al gruppo consiliare del “Partito Democratico-Insieme per Druento” - composto da Ezio Pelissetti, Pier Giorgio Mosso e Domenico Mancini - che hanno deciso di chiedere al sindaco Sergio Bussone e all’assessore all’Istruzione, Giorgio Chino, quale sarà il futuro dei plessi druentini a lungo periodo.

“Passano gli anni - spiegano i consiglieri - ma i problemi continuano a sussistere senza che l’amministrazione comunale abbia annunciato una progettualità mirata a trovare una qualche soluzione. A partire dalla carenza di spazi che causano la riduzione o la cancellazione di laboratori o lo spostamento dei volumi della biblioteca nella succursale, rendendoli praticamente inaccessibili, per non parlare delle difficoltà riscontrate nello svolgimento della normale attività didattica a causa delle aule troppo piccole. ”.

I consiglieri, poi, s’interrogano anche sul futuro della succursale, ormai chiusa da anni.

A fare chiarezza ci ha pensato l’assessore Chino: “L’Istituto Comprensivo di via Manzoni, costituito dalla elementare Anna Frank e dalla media Don Milani raggruppa una utenza di circa 750 allievi suddivisi in 35 classi, con 80 docenti e 8 non docente. Da uno studio fatto dai nostri uffici, su una base a cinque anni, si può stimare come per le elementari siano necessarie due aule in più e 3 aule da adibire a laboratori. Per la media, invece, servirebbero quattro aule e cinque da adibire a laboratori. Per questo è ovvio che serva un ampliamento e completamento del plesso scolastico di via Manzoni. Come? Demolendo l’ex succursale elementare, ma ad oggi non si possono dire né i tempi né i costi di questo progetto, dove si dovranno prevedere nuovi parcheggi e una nuova viabilità in via Manzoni”.

Risposte che non hanno convinto la minoranza: “E’ palese non vi siano idee. Manca una programmazione certa, perché si deve partire oggi per evitare disagi fra cinque anni”.

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