Un’ipotesi dietro l’altra. Tutte scartate. Per il momento l’ex Mulino, l’edificio situato a pochi passi dal Municipio, un tempo usato per macinare il grano, non diverrà un centro culturale né verrà adibito al ricovero dei mezzi comunali. Il sindaco Alessandro Perenchio e la sua maggioranza hanno abbandonato l’ipotesi, affiorata alcuni mesi fa, e sbandierata in consiglio comunale, di ricavarci dei magazzini al piano terra. I lavori, dunque, sono partiti, pochi giorni fa, ma del futuro della struttura, per il momento, non si sa nulla e anzi si naviga a vista. “La priorità - al momento - è metterlo in sicurezza e per questo sono cominciati i lavori necessari alla sistemazione del tetto”. Un investimento da 60mila euro, inserito a bilancio, tra gli investimenti prioritari del 2016, per risolvere una volta per tutte il problema delle infiltrazioni di acqua e di umidità ed il pericolo che qualche tegola potesse cadere a terra e compromettere l’incolumità dei passanti o degli automobilisti visto che il cortile antistante continua ad essere utilizzato per la sosta dei veicoli. Da mesi l’ex Mulino era stato isolato apponendo nastro bianco e rosso e transenne per tenere ad una certa distanza la gente. I lavori, affidati alla Cooperativa Edile Canavesana, per un importo di 44.338 euro, su progetto dell’ingegnere Stefano Grosso e sotto la direzione lavori di Francesco Cimmino, dovranno essere ultimati entro il 24 novembre prossimo. Dopodiché? “La destinazione è ancora da definire, saranno convocate le commissioni al fine di decidere” anticipa il primo cittadino. Ma perché un cambio di rotta? “Abbiamo ricevuto indicazioni dalla Regione - risponde Perenchio -, quella tipologia di intervento non è adeguata alle caratteristiche dello stabile”. Sul punto, tuttavia, la minoranza, guidata da Pino Andriolo, batte i pugni da tempo. E’ sempre stato piuttosto scettico, il capogruppo, intravedendo nel via e vai di idee intorno al Mulino, un segnale di crisi della maggioranza. C’entra forse qualcosa il la condizione posta dal vicesindaco Gianfranco Cobetto e dall’assessore Irene Ferrero al Dup. Durante una seduta di inizio agosto i due hanno dichiarato il loro appoggio ma soltanto a condizione di rivedere il documento, che per legge ha sostituito la vecchia relazione previsionale ed è già stato approvato mesi or sono in consiglio. Proprio Cobetto sponsorizzava il progetto di un recupero funzionale alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale dell’immobile. I tentativi abbozzati in passato, va ricordato, sono miseramente falliti: il precedente assessore all’urbanistica della giunta Aprile, Fabrizio Vallero, aveva cercato di mettere in vendita il Mulino ma nessuno, com’era prevedibile, visti i tempi di crisi edilizia, si era fatto avanti. Dall’altra la minoranza (nella quale era presenta Paolo Maccioni, papà dell’attuale capogruppo di maggioranza Andrea) era convinta che sarebbe stato molto più semplice abbatterlo e ricavare un parcheggio vista la vicinanza al centro commerciale e alle scuole.
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