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SETTIMO TORINESE. Un secolo e mezzo di lotta in rosa

Centocinquant’anni di passione e di lotte, in cui le protagoniste sono donne, raccontati in una mostra. Venerdì pomeriggio, presso la Torre Medioevale, è stata presentata la mostra “150 anni di italiane: mettere e rimettere al mondo la patria” di Rita Margaria, dell’associazione Rivolidonne, presente all'inaugurazione, che percorre la storia della partecipazione delle donne alla costituzione dell’Italia unita, dal 1861 al 2011. Un’iniziativa organizzata dalla sezione settimese “Guerrino Nicoli” dell’Anpi, presieduta da Silvio Bertotto, che ha aperto la festa patronale di Settimo Torinese, tingendo la patronale di storia e cultura, italiana e settimese. Questa mostra, infatti, è stata portata nella città della Torre nell’anno in cui ricorre il settantesimo anniversario della Repubblica Italiana e del voto alle donne. Il 2 giugno 1946 le italiane, per la prima volta, poterono scegliere tra Monarchia o Repubblica e individuare i componenti dell’assemblea costituente che, un anno e mezzo dopo, diedero vita alla Costituzione Italiana. Per rendere omaggio alle tante donne che hanno lottato e si sono battute per la nostra patria, per i nostri diritti e le nostre libertà, l’evento ha avuto un’ospite d’eccezione Maria Maddalena Brunero, del Centro Italiano Femminile di Torino, intervistata da Marta Rabacchi. Classe 1926, è stata una donna torinese attivissima nella lotta all’antifascismo insieme a tutta la sua famiglia, visse a Settimo nel secondo conflitto mondiale dal ’42 fino ai primi mesi del ’45, avendo l’onore di conoscere Don Paviolo, il prete antifascista, che salvò tantissime persone dal regime tedesco e dai repubblichini. Inoltre la Brunero ottenne la sua prima cattedra da maestra nel 1957 proprio a Settimo alla scuola Giacomo Leopardi di via Buonarroti (attuale scuola media Giacosa, ndr). Una testimonianza importantissima e preziosa per la città di Settimo, che ha permesso di vivere (e, per qualche presente, rivivere, ndr) attraverso le parole della Brunero la nostra città negli anni della guerra, con i soldati che accerchiavano il centro città, i ragazzi che si nascondevano per non essere catturati, gli spari e Don Paviolo che faceva nascondere più persone possibili per salvarle, e ne salvo tanti. Ha raccontato anche la sua esperienza da Galoppina- nel 1946 non poté votare perché aveva solo 20 anni- quando si mobilito per far votare il maggior numero di donne possibili. “Alle signore che incontravo dicevo sempre: “Sa cosa significa votare? Essere protagoniste. È una cosa importantissima”". Erano presenti all’inaugurazione anche il sindaco Fabrizio Puppo, il presidente del consiglio Giancarlo Brino e l’assessore di Rivoli Francesca Zoavo. La mostra sarà visitabile da giovedì 8 settembre a sabato 10 settembre, dalle ore 17 alle 19 e domenica 11 settembre dalle ore 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.    
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