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SETTIMO TORINESE. "Lavoriamo per l'inclusione"

PsicoPoint è un’associazione settimese di promozione sociale costituita da un gruppo di cittadini (psicologi, psicoterapeuti, operatori del sociale e semplici interessati) con interessi ed esperienze diversificate nel campo della promozione della salute, dell’inclusione sociale, della lotta allo stigma e all’isolamento sociale, della prevenzione, della clinica, della ricerca e dell’intervento psicosociale. Il gruppo, inizialmente informale, ha sentito la necessità e l’esigenza di organizzarsi in modo stabile per condividere le proprie esperienze, i propri desideri e i propri sogni. Siamo andati ad intervistare Diego Menchi e l’equipe per scoprire l’evoluzione dell’associazione nei suoi tredici anni di attività. Quando e com’è nata PsicoPoint?L’associazione è nata ad ottobre del 2003, 13 anni fa, da un gruppo di cittadini e psicologi interessati alla progettazione sociale, alla lotta allo stigma e alla solitudine- è una situazione peggiorativa per qualsiasi malattia mentale-, alla diversità e alla salute mentale. Abbiamo iniziato con delle iniziative, delle manifestazioni, andavamo nei così detti “psicobar”, abbiamo realizzato progettazioni per il comune, per la provincia che ha deciso di finanziarci è ci ha dato la possibilità di andare avanti”. Di che cosa si occupa? “Attualmente il sodalizio è organizzato in gruppi di lavoro, ciascuno operativamente autonomo, ed ha come obiettivo lo studio teorico-metodologico e la formulazione e realizzazione di progetti di intervento psicosociale. L’associazione si propone come ente aperto alla collaborazione con singoli, gruppi ed organizzazioni interessati alla lotta allo stigma, all’inclusione sociale e alle applicazioni delle discipline psicologiche in campo sociale. Collaboriamo con i Centri di Salute Mentale e l’Asl To4, svolgiamo diverse attività, una molto conosciuta è il nostro coro Gospel (i 7thGosple Choir), nato nel 2008 dalla collaborazione con l’associazione di promozione sociale Il Tiglio, collocandosi all'interno del più ampio progetto “Settimo Social Lab”. L’idea di fondo del “social Lab” è quella di permettere ai cittadini a rischio di esclusione di aggregarsi intorno ad interessi artistici. Tramite laboratori espressivi condotti da professionisti esperti nei vari settori artistici, abbiamo provato ad attivare percorsi partecipativi e processi che favorissero il coinvolgimento e la reciprocità dei cittadini attivando così un sistema di Welfare di comunità in cui lo sviluppo dei servizi incorpori il protagonismo e le risorse dei cittadini. Ottenendo un ottimo risultato”. Che cos'è, invece, il progetto Iesa?Nel 1997 è nato in Piemonte e a Settimo nel 2005 ed è diventato realtà nel 2006. È stato un evento importante riportato anche sulle guide del comune con una pagina intera dedicata allo Iesa. Iesa è l’acronimo di Inserimento Eterofamiliare Supportato di Adulti, un servizio di volontariato retribuito, sostenuto dall’Asl To4, che consiste nell’inserimento all’interno di una famiglia ospitante diversa da quella di origine, opportunamente selezionata e abilitata, di una persona che soffre di disturbi psichici. È un progetto che nasce come soluzione alternativa all’istituzionalizzazione per persone seguite dai Centri di Salute Mentale impossibilitate ad appoggiarsi alle proprie famiglie d’origine e per le quali l’offerta di un ambiente familiare possa avere un valore terapeutico e riabilitativo. In cambio dell’ospitalità offerta la famiglia riceve un contributo economico, di circa mille euro al mese, come contributo al bilancio familiare. Le esperienze e le ricerche svolte in Italia, ma ancora prima in Europa (Francia, Germania, Olanda, Scozia, Belgio, Norvegia, Finlandia), mostrano come l’inserimento eterofamiliare possa essere altamente benefico e terapeutico per l’ospite, che, attraverso le naturali capacità affettive, educative e di supporto sperimentabili in famiglia, può recuperare e valorizzare le proprie capacità relazionali e di autonomia e rinforzare la propria identità. Ma l’inserimento eterofamiliare è anche stimolante per la famiglia ospitante, che, peraltro, si trova anche agevolata nella gestione del proprio bilancio economico, e crea reti sociali di mutuo-aiuto. Infine, il progetto Iesa produce un risparmio economico per la sanità pubblica: un inserimento eterofamiliare, infatti, costa circa un terzo rispetto ad un inserimento in comunità. Nel 2006 abbiamo avuto una grandissima risposta da parte delle famiglie settimesi, sono state tantissime le famiglie che hanno dato disponibilità. La prima famiglia a cui abbiamo affidato un ospite è ancora in contatto con noi e negli anni ha ospitato ben due pazienti ed erano arrivati a sapere del progetto proprio attraverso un articolo sul giornale. Di ogni famiglia noi valutiamo che abbiamo i requisiti strutturali, dopodiché avviamo un percorso di formazione in cui oltre a conoscere meglio la famiglia cerchiamo anche di capire e di farli capire se sono idonei o meno a questa tipologia di accoglienza e diamo un diploma che attesta che sono abilitati per avere in casa un ospite che sarà adatto alle loro caratteristiche. È tutta una questione di abbinamenti, non conta la gravità della malattia del paziente ma quanto le reciproche difficoltà si abbinino insieme. Per questo abbiamo bisogno che ancora più famiglie aderiscano al progetto, più famiglie abbiamo e più sarà possibile trovarne una per ogni paziente. Se ad una famiglia non viene affidato subito un paziente aspetta finché non si trova un paziente più idoneo e viceversa. Abbiamo una banca pazienti e una famiglie da cui attingere. Quando l’abbinamento è completo si ha un periodo di prova di un mese tramite vari incontri propedeutici all’inserimento”. Quanto dura l’affido?Ci sono diverse possibilità, in base al progetto terapeutico dell’ospite e alle esigenze della famiglia, sono essenzialmente due: il cosiddetto “ full time” (o “ tempo pieno ”), in cui la persona occupa una stanza nella casa in cui in vive con la famiglia, e il “part time” (la persona trascorre con la famiglia alcune ore nell’arco della giornata e della settimana seppur conservando un’altra abitazione). Gli inserimenti possono essere a breve termine (da alcuni giorni a poche settimane) ma in Italia sono poco utilizzati, e anche da noi, siamo abituati ad utilizzare l’inserimento a medio termine (da alcune settimane a due anni), spesso capita che dopo i due anni l’ospite diventi autonomo e vada a vivere da solo, o a lungo termine che può essere anche tutta la vita, noi abbiamo già pazienti inseriti da oltre 6/7 anni che vengono considerati ormai parenti acquisiti e se dovessimo separarlo dalla famiglia ospitante sarebbe un trauma. Non c’è un limite di tempo in cui terminare l’affidamento in molti casi termina alla morte del paziente o della famiglia ospitante. Possono stare finché sono soddisfatti reciprocamente. Gli ospiti rimangono sempre in carico al Csm e ai medici che li hanno seguiti fino a quel momento. Possono essere accolti i pazienti dai 18 anni in su, anche se abbiamo avuto un caso di una 17enne, in quanto i minori sono seguiti dalla prima area materno-infantile. Abbiamo famiglie ospitanti a Settimo, San Mauro, Cirié, Lanzo, Rivarolo, in tutto il territorio dell’Asl To4. Complessivamente, dal 2008, nell’Asl To4 circa 40 persone con disturbi psichici hanno preso parte al progetto Iesa: per 25 il progetto si è realizzato nel breve periodo e per 15 nel medio-lungo periodo. Ora sono inserite in famiglia, a medio-lungo termine, 12 persone (l’inserimento più vecchio risale al 2008, quello più recente al 2016). Di queste, 9 coabitano a tempo pieno con la famiglia ospitante e 3 in part time. Delle 8 persone inserite a tempo pieno, 7 provengono da strutture residenziali. Per altre 5 persone, attualmente ancora ospiti in strutture residenziali, si sta definendo il progetto di inserimento in famiglia. Per saperne di più o fare richiesta per diventare una famiglia ospitante basta scrivere a servizioiesa@gmail.com o visitare il sito www.psicopoint.it. Diciamo che vista l’esperienza positiva ci piacerebbe estenderla anche agli anziani, ai migranti e agli adolescenti ma questo sarà un progetto futuro”. Oltre al progetto Iesa realizzate anche uno sportello sociale gratuito. “Dal 2003 l’associazione ha iniziato ad offrire gratuitamente ai cittadini settimesi e non solo, un servizio di sportello d’ascolto psicosociale, completamente gratuito. Lo sportello è nato all’interno di progetti sviluppati in collaborazione con i servizi come il Ser.T. e Dsm. Negli anni i progetti si sono modificati o conclusi ma lo sportello è rimasto aperto senza modificare le sue caratteristiche di gratuità e anonimato. Lo sportello offre un breve percorso di orientamento di 3-4 incontri che si conclude con un consiglio, al fine di permettere al consulente di scegliere quale sia il percorso migliore per affrontare le sue difficoltà. Abbiamo circa 100 persone l’anno”. Vi siete battuti molto anche per quanto riguarda la delibera sul riordino dei servizi psichiatrici, che un anno fa, proprio di questi tempi, ha fatto un gran clamore.Noi in quanto associazione siamo a partitici e apolitici, non ce l'abbiamo con il Pd, noi siamo per la tutela dei diritti e questa delibera non tutela i diritti è una porcata ingestibile, infrange una quantità enorme di diritti. Abbiamo già fatto un ricorso l’anno scorso e siamo pronti a rifarne un altro. È solo una questione di soldi. Solo a Torino con questa delibera verranno licenziate 230 persone e sono circa 700 i licenziamenti previsti in Italia. Noi continueremo a lottare affinché ci sia sempre la tutela dei diritti di tutti”. I vostri rapporti con le altre associazioni? “Sono ottimi da sempre. Abbiamo collaborato con qualsiasi associazione del territorio, mi viene difficile elencarne una con cui non abbiamo collaborato. Per le donne del centro antiviolenza dell’associazione Uscire Dal Silenzio offriamo delle consulenze gratuite con i nostri professionisti. Collaboriamo con Palaver nel progetto Volta e Rivolta, con + Diritti, siamo nella Consulta di Solidarietà, con Sos Dsa, con l’Apri con il Co.Ge.Ha. Ci siamo sempre offerti per tutti”. I vostri rapporti con l’amministrazione?Abbiamo un buon rapporto da sempre, sia con l’amministrazione Corgiat che con quella di Puppo. E anche con l’Asl prima 7 e ora To4, abbiamo circa 400mila abitanti da coprire con i nostri servizi e ci proviamo, inoltre il direttore generale Lorenzo Ardissone crede molto nello Iesa”.    
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