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05 Agosto 2016 - 09:20
Tra il pubblico in sala c’era anche l’ex assessore Laura Zerbinati, finita al centro della discussione di uno dei punti all’ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale.
Un punto figlio della sua disavventura giudiziaria, ormai nota a tutti. E a distanza di un mese e mezzo dalle sue dimissioni - avvenute a seguito di un avviso di garanzia nell’ambito dell’operazione “Triangolo” e che sta appurando presunti traffici e smaltimenti illeciti di rifiuti tossici tra Liguria e Piemonte - la Zerbinati ha deciso finalmente di “dire la sua” e di fare chiarezza. Il tutto tramite un breve comunicato, in cui oltre a fare chiarezza tira delle velate “steccate” al Movimento 5 Stelle che, attraverso un comunicato stampa, aveva associato la Zerbinati alla ‘Ndrangheta: “Ingiustamente, ed in maniera non corretta, la mia figura è stata affiancata alla ‘Ndrangheta, con la quale non ho mai avuto a che fare. D’altronde, chi ha avuto modo di poter leggere le carte processuali ha visto come io non abbia alcuna contestazione relativa all’articolo 416 del codice penale, ovvero il reato associativo in genere, né il 416 bis, ovvero l’associazione a delinquere di stampo mafioso. Né io né le altre persone indagate”.
L’ex assessore, poi, ha voluto precisare come si sia “sempre comportata in maniera corretta, nella mia professione di geometra, di consulente e di assessore” e di “avere piena fiducia nella magistratura. Sono estremamente convinta che riuscirò a dimostrare la mia totale estraneità ai fatti che mi sono stati contestati nella vicenda giudiziaria che, mio malgrado, mi vede oggi coinvolta”.
La Zerbinati, difesa dall’avvocato Virginia Iorio del foro di Torino, per due capi di imputazione ha già ricevuto il “non luogo a procedere” mentre per un altro, marginale, dovrà attendere l’udienza davanti al giudice per l’udienza preliminare ad Alessandria, prevista il mese di settembre.
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