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DRUENTO. Caso Zerbinati: “Bussone sapeva e ha taciuto”

Laura Zerbinati, ex assessore all’Ambiente del Comune di Druento, torna al centro del dibattito politico ad un mese dalle sue dimissioni a seguito della sua implicazione nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria di natura ambientale da parte delle procure di Torino e di Alessandria. Anche se la vicenda, nel corso di questi trenta giorni, ha visto diverse evoluzioni, il parlamentino di Druento ha dibattuto come ultimo punto all’ordine del giorno presentato dal gruppo consiliare "Partito Democratico - Insieme per Druento" e che aveva come obiettivo l’approvazione di una delibera “atta a tutelare l'Amministrazione Comunale con riferimento alla vicenda legata alle dimissioni dell'Assessore Laura Zerbinati”. I tre consiglieri, Ezio Pelissetti, Pier Giorgio Mosso e Domenico Mancini, hanno pesantemente attaccato il sindaco Sergio Bussone “perché le lettere anonime in cui veniva portata alla luce la vicenda della Zerbinati il sindaco le aveva ricevute ben prima del consiglio comunale ma ha sottaciuto il problema, parlandone solo con la diretta interessata ed aprendo le due lettere anonime rivolte a lui e al capogruppo di maggioranza Carlo Vietti. E quelle indirizzate a Mancini e al consigliere del Movimento 5 Stelle, Marco Palermo? Perché non siamo stati subito allertati? Perché abbiamo dovuto attendere quattro giorni per sapere? Il sindaco in queste settimane ha detto che ha atteso il segretario comunale. Ma il segretario non è un postino ma un dipendente. E il sindaco aveva tutto il diritto di convocarci ed aprirle subito e, soprattutto, di fare immediata chiarezza su questa vicenda. Ma anche aggiunto che lui non ne sapeva nulla e di questo siamo perplessi. Ovviamente una cosa è certa: non entriamo nel merito della vicenda dell’ex assessore, al quale auguriamo che tutto si possa risolvere nel migliore dei modi possibili”. Bussone, nella sua replica, ha precisato nuovamente di “non saperne nulla e di essere stato avvisato dalla lettera anonima e poi dall’incontro con l’ex assessore. Questo ordine del giorno è una masturbazione mentale del Pd, perché in questa vicenda il Comune è del tutto estraneo e non deve tutelarsi, perché riguardano vicende personali dell’ex assessore, avvenute in altro Comune. Ho avvisato tutti per tempo e in modo corretto. Volete usarmi come bersaglio? Fate pure…”. E il Movimento 5 Stelle ha già fatto intendere di voler presentare a settembre “un ordine del giorno per sfiduciare il sindaco”, sempre che Marco Palermo trovi nel Pd di Pelissetti degli alleati per poterlo presentare: servono pur sempre tre firme. Alla fine il provvedimento è stato bocciato, con tre voti favorevoli, l’astensione di Palermo e i voti contrari della maggioranza. “Il consiglio comunale è e deve sempre essere il dominus amministrativo. Ma Bussone non vuole capirlo. Questa situazione è stata mal gestita da parte del sindaco, ma non è la prima volta: anche in questo caso ha dimostrato di non essere in grado di guidare questa città”.
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