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02 Agosto 2016 - 13:10
Stefano Esposito
C’è anche l’eporediese Lia Piatti nell’ellenco degli anarchici per i quali, la scorsa settimana è scattato l’obbligo di firma bisettimanale.
La misura decisa dal gip, su richiesta del pm Antonio Rinaudo, è legata a un blitz avvenuto nel settembre 2015 nell’atrio dell’aeroporto di Caselle contro la Turkish Airline, in appoggio alla resistenza curda che ha un forte presidio anche in Piemonte nell’alta Valsusa. In aeroporto ci furono momenti di tensione e uno stop di un’ora delle attività.
Con Lia Piatti, analoghe misure hanno raggiunto Guido Mantelli, leader storico dell’area anarchica piemontese; Gabriella Avossa; il No Tav Giuliano Borio, attualmente in carcere per evasione dai domiciliari; Matteo Furcolo, romano; Irene Livolsi, Pistoia; Giulio Martucci, Torre Pellice e Lisa Rose, Berlino. Infine Daniele Pepino, 40 anni, di Chiomonte, figlio dell’ex presidente della terza sezione del Csm Livio Pepino, giudice a riposo, fondatore di Magistratura Democratica, nonchè autore del libro “Non solo un treno… La democrazia alla prova della Val Susa, “Edizioni Gruppo Abele”.
Il saggio è scritto a quattro mani con Marco Revelli (sociologo di riferimento di Gad Lerner, intellettuale dell’operaismo post-moderno e figlio del romanziere Nuto).
E’ un’inchiesta sui No Tav bollata da papà Pepino, residente a Chiomonte, paese che ospita cantiere e barricate, come “repressione”.
La decisione dell’obbligo di firma per Daniele Pepino non stupisce granchè non foss’altro che qualche anno fa (correva il 2012) era trapelata la notizia che si fosse recato in Kurdistan ad addestrarsi con il Pkk.
Una notizia che non si fece sfuggire il deputato Pd Stefano Esposito, tra i più attivi sul fronte del Sì alla Tav. “Premesso che le colpe dei padri non ricadono sui figli e che le scelte dei figli non impegnano i padri – scrisse l’esponente democratico – trovo stupefacente il fatto che mentre l’ex magistrato Livio Pepino è impegnato in un’opera di santificazione del movimento No Tav e di contestazione dell’operato della Procura di Torino e del suo collega Caselli, la cui azione nei confronti di qualche decina di teppisti violenti viene etichettata come “repressione”, Pepino jr, Daniele, uno dei leader storici dell’anarco-insurrezionalismo piemontese, ha abbandonato momentaneamente Chiomonte e le montagne valsusine, per recarsi in Kurdistan, forse per migliorare alla scuola del Pkk lo studio delle tecniche di guerriglia e approfondire il concetto di “guerra civile totale” che gli è particolarmente caro?». Non solo per dovere di cronaca c’è da aggiungere che Stefano Esposito, proprio per queste affermazioni è stato condanno dal tribunale di Torino per diffamazione.
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