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PONT CANAVESE. Sandretto: volevano portar via le presse

Momenti di tensione la scorsa settimana davanti allo stabilimento della Sandretto a Pont Canavese. “Un camion - hanno raccontato alcuni operai - ha tentato di portare fuori dall'azienda attrezzature e utensili indispensabili per l'attività dei macchinari e noi glielo abbiamo impedito...”. 

Sono intervenuti i carabinieri di Pont e di Cuorgnè, ma non ci sono stati incidenti. Il giorno dopo la Fiom e gli operai della Sandretto hanno presentato un esposto alla Finanza.

"I momenti di tensione e il tentativo di portare via le attrezzature - spiega Federico Bellono, segretario generale della Fiom - sono la conferma dei nostri sospetti circa la volontà aziendale di svuotare la fabbrica per poi portare i libri in Tribunale. Parliamo di una proprietà che ha promesso molto e mantenuto poco e a cui, solo in questi giorni, la Regione e i sindacati hanno chiesto un nuovo piano industriale per il 28 luglio. Noi non intendiamo accettare comportamenti di questo tipo e, quindi, continueremo a presidiare la fabbrica e a mettere in campo tutte le iniziative utili a tutelare l'occupazione e a difendere una presenza industriale importante per tutto il territorio". 

Che la Sandretto, azienda  che produce presse e occupa 120 dipendenti, avesse confermato la volontà di mettere in liquidazione l'impresa "a fronte delle continue perdite". Lo aveva reso noto Fiom dopo l'incontro al quale hanno partecipato, oltre alla direzione aziendale,   i sindacati e l'assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Gianna Pentenero.

Stando a quel che se ne sa l’Amministratore, Fausto Ventriglia, avrebbe raccontato le difficoltà di mercato legate alla produzione delle presse, i cui costi di produzione sarebbero troppo alti rispetto ai ricavi. Di qui l’intenzione di dismettere quella linea produttiva, concentrandosi esclusivamente sui ricambi e sulla produzione di stampanti 3D, soluzione non in grado di garantire la piena occupazione. Dichiarazioni, secondo l’assessora Pentenero, totalmente in contraddizione con quanto l’azienda ha raccontato nei tavoli di monitoraggio che si sono succeduti nei mesi scorsi in Regione.

 “In più occasioni – spiega Pentenero – l’azienda ci ha raccontato che stava riprendendo la produzione, tanto che si era resa necessaria l'assunzione di 12 nuovi lavoratori e c'erano commesse per una dozzina di macchine. Ora, improvvisamente, scopriamo che il piano industriale non è sostenibile e produrre a Pont anti-economico. Pare quantomeno strano che l'azienda abbia impiegato tre anni, nel corso dei quali ha tra l'altro beneficiato del sostegno pubblico attraverso la cassa integrazione, per rendersi conto che le presse non hanno mercato. Visto che il presidente Ventriglia  sostiene la necessità di diversificare il processo produttivo, ora ci aspettiamo che presenti un nuovo piano aziendale, credibile, che consenta il mantenimento dell’attività nel Canavese e la tutela dei posti di lavoro”.

L’incontro è stato aggiornato al 28 luglio. Nel frattempo, l’azienda elaborerà una nuova proposta industriale da presentare al ministero, insieme alla richiesta di rinnovo della cassa integrazione (visto che quella attualmente in corso scadrà il 18 settembre), entro il 18 agosto. In presenza di un esito positivo, la proprietà si è detta disponibilità a ritirare la procedura di liquidazione.

"La preoccupazione dei lavoratori - spiega Fabrizio Bellino, responsabile della Sandretto per la Fiom - è che l'azienda voglia svuotare la fabbrica, vendendo macchine utensili e impianti, per poi portare i libri in tribunale e chiedere il fallimento. Siamo infatti di fronte a un gruppo che non ha mai dimostrato la reale volontà di rilanciare l'attività produttiva, dato che dallo stabilimento di Pont in tre anni non è uscita una sola pressa. Per questo continueremo a presidiare la fabbrica, a monitorare lo stabilimento, e prenderemo tutte le iniziative necessarie per tutelare l'occupazione, rilanciare l'attività produttiva e difendere un settore industriale importante per tutto il territorio. Il 28 luglio capiremo se esistono davvero le condizioni per proseguire".

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