SU LA VOCE DEL CANAVESE IN EDICOLA MARTEDì 2 AGOSTO AMPIO APPROFONDIMENTO
E’ qualcosa di più una voce. “Si dice che un migrante, ospitato presso la Cooperativa che gestisce i richiedenti asilo sia a Strambino che a Mercenasco, sia stato ricoverato con diagnosi di tubercolosi conclamata…” Così Roberto Rossi De Paoli, consigliere di minoranza ha portato sul tavolo del consiglio comunale, mercoledì sera, la preoccupazione per la situazione sanitaria legata all’emergenza. Lo ha fatto con una interrogazione urgente a firma anche dei colleghi Gisella Revigliono e Fabio Cordera. “L’ansia sta montando tra la popolazione - ha fatto presente Rossi - in merito al rischio di trasmissione dovuto alla circolazione del batterio soprattutto tra le fasce più indifese, quali bambini, esposti ad una malattia che si riteneva da tempo debellata”. Malgrado il carattere di urgenza il sindaco Sonia Cambursano ha risposto prendendo il pezzo di carta e mettendolo agli atti. Nessuna risposta. Il fatto è confermato o no? Che precauzioni si intendono prendere? I controlli ci sono? Cambusarsano non ha risposto, e se la risposta arriverà sarà tra qualche mese, al prossimo consiglio comunale di settembre od ottobre. Indignata l’opposizione. “Va bene - ha commentato Rossi - che non si voglia seminare il panico ma tenere la popolazione in una situazione di ignoranza forzosa non va bene nemmeno. La preoccupazione è soprattutto per i bambini, legata ad una malattia che si credeva debellata. Vediamo la necessità di tranquillizzare i cittadini e chiediamo al sindaco come autorità sanitaria locale di dare informazioni, di precisare come si sta coordinando con altre istituzioni”. Al silenzio ostinato del primo cittadino in gonnella ha sopperito il segretario comunale Giovanni Alessandro dicendo in sostanza, molto terra terra, che, anche fosse, il comune non può farci nulla. Questo perché - ha spiegato - “noi possiamo passare la comunicazione all’Asl la quale dirà che trattasi di dati sensibili e non darà alcun tipo di informazione…”. Intanto a Strambino, nel giro di un mese, sono arrivati 24 richiedenti asilo politico (o “profughi/clandestini” come ha continuato a chiamarli Fabio Cordera sollevando i soliti commenti su un presunto razzismo) gestiti dall’associazione “Nuvola” ed altri 10 gestiti dalla cooperativa “L’Accoglienza”. Già di più rispetto al protocollo d’intesa siglato da tutti i comuni (o quasi, con l’eccezione di Borgomasino) facenti riferimento al Ciss-ac, il consorzio dei servizi socio-assitenziali di Caluso presieduto dall’ex sindaco strambinese Savino Beiletti che attende ora il vaglio della Prefettura. “Siamo disponibili ad ospitare un numero massimo di 150 profughi tra tutti i 22 comuni” dice, in sostanza, l’atto. Ma 169, in tutto, sono già in canavese. A Strambino, in proporzione alla popolazione, sarebbe ammesso un tetto di 24 profughi. Dove saranno messi gli altri, che nel frattempo si sono aggiunti? “Entro settembre - promette Cambusarno - verranno ricollocati su altri comuni aderenti al protocollo”. Secondo Marco DI Gregorio, dell’altro gruppo di minoranza, il tema del fenomeno dell’immigrazione è preso sotto gamba: “non vogliamo chiamarli clandestini - ha commentato dando corda ai biasimi di Cordera- ma come li chiameremo quando la Prefettura darà loro un foglio di via dicendo che avranno quindici giorni per lasciare il paese che vuol dire l’Italia, non Strambino. Su un campione di 100, finora l’82 per cento non è stato considerato idoneo”.
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