Nonna Esterina compie cento anni. Nata il 29 maggio del 1916, ha spento le candeline domenica pomeriggio in un tripudio di festeggiamenti presso il salone “Alladium”. Presenti tantissimi familiari ed amici oltre al sindaco Marco Succio e all’Arciprete Don Melino Quirico. Si tratta della donna più anziana di Agliè ma ancora perfettamente lucida e capace di camminare autonomamente. Nell’anno del centenario della morte di Gozzano è suggestivo pensare che sia l’ultima alladiese vivente che potrebbe aver incontrato Gozzano negli ultimi suoi mesi di vita. “Nonna Esterina è una poesia che vive - ha sottolineato una delle sue nipoti nel discorso letto domenica pomeriggio - solida come una quercia, con le sue mani nodose, le rughe, i capelli bianchi, le sue parole antiche e tutti i suoi ricordi. Di se stessa racconta tante cose e può dire tutto quello che vuole perché nessuno ricorda se è vero o no. E nessuno può contraddirla perché è una testimone lucida e forte della sua storia e del suo passato, che poi è la storia di molti, e che lei conserva senza segreti e senza contraddizioni. E se per caso le viene un dubbio sorride e dice “disumlu a gnun”. La sua memoria è una grande casa dve abita chi non c’è più e dove abitiamo anche noi” Con i suoi fratelli, all’età di 4 anni, Esterina fabbricava palle da calcio rubando le calze buone alla mamma e saccheggiava la panna del latte appena munto che doveva essere venduta. A 9 anni pascolava le mucche da sola sulle colline di Vespia fino a sera e la paura al ritorno l’affrontava mandando avanti la mucca grande e lei dietro piccola, con le sue scarpe di legno, faceva rumore per farsi compagnia. A 13 anni partiva con le altre donne sui camion per raccogliere nelle risaie di Vercelli, con i piedi a bagno cantava tutto il giorno e un po’ di riso nascosto finiva nelle tasche, da portare a casa. A 20 anni sul treno che stava partendo da Rivarolo un attivo dei soldati, le pallottole che sibilavano, le urla, le grida, lei stava immobile sul sedile, la vicina che si accasciava a terra, intanto, morta. E’ tornata a Vespia a rifugiarsi dalla guerra. La fame non l’ha mai fatta. E poi i viaggi a Volpiano. si caricava le due nipoti per portarle a Vespia in bici, fiera della sua ballon nera, la prima arrivata a Castellamonte e comprata con i suoi soldi. E poi i panni lavati di notte alla fontana delle redde, che ti nascondevi se passava una macchina perché i panni bisognava lavarli di giorno. “La maggior parte della sua vita - prosegue il discorso della nipote - appartiene ad un mondo che non esiste più. Case, negozi, botteghe, persone, strade ormai solo nei suoi ricordi ma lei con generosità e magia li fa esistere. Esterni è la volontà tenace, è la capacità di parlare con tutti, il piacere di raccontare e condividere”. Ma come si arriva a cent’anni così? “Ricordati che non sei di ferro - risponde Esterina -, prima di tutto curati e prenditi cura di ciò che ti fa bene, di quello che è importante e non trascurare ciò che sembra non esserlo. Tutto serve, non privarti delle cose che si possono conoscere oggi ed usare domani”.
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