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SCARMAGNO. Rogo CellTell, teste "erano mansioni di routine"

SCARMAGNO. Rogo CellTell, teste "erano mansioni di routine"

scarmagno fiamme ex-olivetti

Prosegue a Ivrea il processo che vede imputate sette persone per il rogo che si originò all’interno del capannone C degli stabilimenti Olivetti di Scarmagno, diventati CellTell, il 19 marzo del 2013 riducendolo “in cenere”. Davanti al giudice Ludovico Morello, con l'accusa di incendio colposo, si trovano Emanuele Giampaolo e Luca Blessent, i due operai della ditta Omg che stavano lavorando con il cannello sul tetto quando, nella tesi della Procura, l'incendio è divampato invadendo il capannone. Alla sbarra anche l'ex amministratore delegato di CellTell Domenico Pellegrini, il titolare della Omg Bruno Guglielmetti e i responsabili della ditta Manutencoop, Luca Barengo, Rosario D’Addio, Domenico Voiglio. Udienze fiume quelle che si stanno svolgendo in queste settimane per sentire testimoni e periti. Il nodo focale, su cui verte l’accusa, riguarda la causa dell’incendio. Secondo il Pubblico Ministero il lucernario avrebbe preso fuoco in seguito a surriscaldamento da parte di uno dei cannelli usati dai due operai, Blessent e Gianpaolo, che stavano effettuando delle riparazioni a caldo sul tetto del capannone. L’altro venerdì in aula una testimonianza ha avuto la funzione di scagionare i due uomini. Uno degli addetti della ditta ha ricordato infatti che si trattava di mansioni di routine per la quale non vi era necessità di esperienze particolari nel curriculum, tanto è vero che un operaio era stato inserito da poche settimane. Tra le produzioni documentali le parti hanno focalizzato l’attenzione sulla foto "Ferro" quella che ritrae i primi momenti dell’incendio, scattata da uno degli operai che si trovava nel magazzino sottostante. Nelle udienze scorse Pierluigi Lagna, il responsabile della sicurezza dello stabilimento ha riferito inoltre che si trovava nel suo ufficio quando scattò l’allarme, subito dopo il corridoio pieno di gente, e d’altronde alla CellTell venivano organizzate diverse prove di evacuazione nel qual caso ci si fosse trovati in una situazione come quella poi accaduta tre anni fa, episodio che ha provato la chiusura dei battenti (150 persone sono finite dopodiché in cassa integrazione che scadrà a luglio e per questo si stanno convocando tavoli con i sindacati e la Regione). Tutti hanno confermato che le fiamme partirono dal tetto. Per questo sarà dirimente la versione dei periti.
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