Il progetto Life per la bonifica dell'area ex Alcan, per il quale erano stati snocciolati numeri giganteschi (“milioni di euro in arrivo" ventilava l’amministrazione comunale) ed annunciato in pompa magna il rilancio del sito industriale sulla base di una sua riconversione ambientale, è stato bocciato. Cestinato al primo step. Tranciata la possibilità di avere accesso a contributi europei. Secondo l’iter, il progetto sarebbe stato prima valutato nella rispondenza ai prerequisiti formali, poi si sarebbe entrati nel merito ma, per la mancanza di partners, è stato già bocciato in fase iniziale. Via, sfumata anche l’ultima opportunità di dare un futuro all’area di Regione Grange dove un tempo proliferavano le fabbriche, dall’Alcan alla Novelis e che ancora prima era un punto di riferimento in periodo di guerra, come racconta Michele Righino nel suo libro, uscito lo scorso anno, “1915-1918 - La cheddite -. La fabbrica di bombe a Borgofranco”. Nessuna nuova progettazione sembra essere nell’aria... A confermalo è l’amministrazione comunale in una risposta scritta ad una recente interrogazione presentata dalla minoranza “Lista Civica per la Libertà”. Tra le righe non si nasconde il fallimento del progetto che, presentato il 5 novembre del 2014 in sala consiliare, veniva annunciato come l’epilogo della vicenda piro in un fazzoletto di territorio da anni martoriato sul quale si sono succedute varie ipotesi imprenditoriali, da quando la multinazionale Alcan ha spento i suoi forni destinati alla fusione dell'alluminio, tutte più o meno impattanti: la Silflab dei pannelli fotovoltaici, la Alchim del trattamento sali e, in un passato non tanto remoto, anche il secondo inceneritore della Provincia di Torino da 200.000 tonnellate. Il progetto Life si annunciava come un progetto pilota di bonifica di aree inquinate che avrebbe visto coinvolti soggetti quali l' Università di Napoli, la Biosearch Ambiente di Torino, Legambiente, naturalmente il Comune di Borgofranco e anche l' attuale proprietà dell' area industriale ex Alcan. Il progetto si sarebbe articolato su quattro siti inquinati (fra cui il sito di Borgofranco) distribuiti fra il Piemonte e la Campania ed avrebbe consentito l' accesso ad un finanziamento europeo per sponsorizzare la sperimentazione di una nuova tecnologia di bonifica che vede l' utilizzo di acidi umici estratti dal compost quali agenti di lavaggio del suolo compromesso. “Il progetto - sottolinea il vicesindaco Silvia Guglielmetto - è stato giudicato positivamente dalla Comunità Europea ma non finanziabile per mancanza di partners”. La buona notizia, se non altro, è che “il completamento dei lavori di bonifica del sito è stato comunicato alla Novelis con nota del 14 luglio 2015 e attualmente si attende la certificazione da parte della Città Metropolitana di Torino”. Oggi, esaurita la protesta del “No Piro”, le urla di vittoria, le feste al salone Choc, dopo un piano strategico di cui ci è infarciti la bocca senza un nulla di fatto, dopo lo scontro elettorale che si è consumato sul tema ambiente, dopo l’addio accolto con gioia della ditta Comimet di Rege Coletti che qui avrebbe avviato una innovativa sperimentazione di mini-pirogassificatori da rivendere alla aziende in collaborazione nientepopodimeno che col Politecnico di Torino, resta un deserto di idee ed un territorio sempre più povero.
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