La comunità araba a Feletto è senza dubbio la più numerosa del Canavese. Rappresenta quasi il 25 per cento della popolazione. Da quattro anni si è organizzata dando vita all'Associazione Futura Generazione. Perché, come fa capire il nome, lo sguardo è rivolto ai ragazzi, di origine marocchina, ma che stanno crescendo qui e possono considerarsi a tutti gli effetti italiani. In quattro anni l'associazione ha promosso corsi di lungua marocchina. L'ultimo, a cui ha partecipato una quarantina di bambini, si è appena concluso, con un pomeriggio di festa domenica 22 maggio al padiglione nei pressi della stazione che l'associazione ha scelto come sede. E' stata l'occasione per mostrare i progressi: i bimbi si sono esibiti intonando canzoni, mettendo in scena schetch. Tutto rigoroamente in arabo. Un brano è stato dedicato alla situazione più generale dell'Africa, ciascuno ha messo al collo la bandiera di uno stato diverso per raccontare i diversi problemi di questo continente. Ma il corso non è rivolto soltanto alla comunità. Otto italiani hanno preso parte a lezioni che hanno permesso di apprendere le basi dell'alfabeto. "Siamo stati in Marocco e abbiamo pensato che ci sarebbe piaciuto conoscere la lingua, perché ci affascina, perché non è la classica lingua inglese che tutti imparano" spiega Nicolò Dentis che ha frequentato il corso tenuto al salone di via del Rosario insieme alla fidanzata Elisa Valenti e domenica hanno ricevuto entrambi un attestato di partecipazione dalle mani di una delle cinque insegnanti volontarie, Amina Idguagua. Otto in tutto gli italiani iscritti anche dai comuni limitrofi. "Riprenderemo a settembre" anticipa il presidente Khali Fadel. Insieme a lui, nel direttivo, il vicepresidente Mbrek Sheitli, il segretario Mustafà Bukrane, e i consiglieri Habib Nabili (direttore dei corsi che è possibile contattare al 3201598881)), Hamid Sheitli, Salah Hrame, Mustafà Derouich. "Contiamo una cinquantina di soci comprendendo i comuni limitrofi, Rivarolo, Favria, Lusigliè – sottolinea il presidente -. In questi quattro anni abbiamo rivolto l'attività all'insegnamento della lingua araba ma diamo anche supporto ai bambini che hanno difficoltà ad imparare l'italiano, aiuto nei compiti. Avremmo però bisogno di maggiore spazio". Per questo l'associazione ha trovato un padiglione che però è di proprietà privata. E se c'è un appello che la comunità araba rivolge alla futura amministrazione comunale, pertanto, è proprio questo. "Abbiamo ricevuto supporto – sottolinea Fadel – ma si può migliorare, si può fare di più. Purtroppo a Feletto mancano locali ma, soprattutto, vorrei trovare un clima di pace, in primo luogo tra italiani e italiani. Da parte nostra c'è la massima disponibilità. Abbiamo anticipato, per esempio, la nostra festa in vista del mese della Madonna. Abbiamo partecipato alle feste per il Natale, all'inaugurazione del campo sportivo. Andiamo d'accordo con tutte le altre associazioni". Fadel abita a Feletto dal 2004 ma ha vissuto a Torino dal 1988. Era l'epoca dell'emigrazione legata all'aspirazione del lavoro e di condizioni di vita migliori. Tanti hanno scelto Feletto probabilmente perché attirati, come lui, da un luogo tranquillo, adatto ai bambini, ma non troppo lontano dalla città e dotato di servizi di trasporto. "Siamo stati i primi – ricorda Faled – a cercare l'integrazione, a cercare di tirare fuori la gente araba, di farla partecipare. Partecipiamo alle feste degli italiani ed invitiamo gli italiani. Alla festa di fine ramadan abbiamo ricevuto i sindaci di Rivarolo, Lusigliè, Favria, oltre che di Feletto. E oggi siamo avvantaggiati". E sui temi dell'emigrazione e della cultura araba in occidente, che oggi generano tanta inquietudine, Fadel formula una breve considerazione: "credo - sostiene – che i problemi girino intorno all'integrazione. Bisogna trovare un punto di incontro da entrambe le parti, una politica misurata. L'Italia è un paese accogliente, è avanti rispetto ad altri paesi".
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