MAZZAMATI: "NON VOGLIAMO SOVVENZIONI MA COLLABORAZIONE" “C’è una lettera al protocollo del comune, risalente al 2011, firmata da me, in cui dichiaro che la Pro Loco non vuole contributi da parte del comune. L’ho scritto chiaro e tondo: io non voglio sovvenzioni ma collaborazione. Ma allora, la Garello, di cosa sta parlando?”. In questo modo Michele Mazzamati, presidente dell’associazione di promozione turistica del paese, risponde all’ultimatum dato dal vicesindaco uscente, in corsa per la fascia tricolore, nella sua conferenza stampa di presentazione. Tanto è vero che due dei giovani del direttivo, Gloria Tolone e Simone Caggiano, sono addirittura entrati in lista con Stefano Filiberto. Ma la Pro Loco – lo chiediamo al suo Presidente Michele Mazzamati – non dovrebbe essere apolitica e apartitica? "Lo Statuto – risponde Mazzamati – lo prevede, certamente, ed infatti io non mi schiero, ciascuno è libero di fare ciò che crede. Di sicuro noi vogliamo anche andare a votare chi ci può rappresentare. Io sostengo chi ci presenta proposte serie, un programma per lo sviluppo del paese. Perché noi vogliamo che il paese viva, non che muoia, e in questi anni non è vissuto molto non avendo avuto l'opportunità di organizzare diverse manifestazioni". Per esempio? "Per esempio il mercatino, la pizza in piazza, il raduno delle Ferrari (che quest'anno l'amministrazione ci ha finalmente consentito di organizza anche qui e ringrazio), il carnevale... Cinque anni fa si erano fatte queste proposte e non ne è stata mantenuta nessuna. Contiamo sul futuro, sull'opportunità di inserire persone valide, che possano portare una ventata di buon senso, perché quando una Pro Loco vuol fare le feste, è solo buon senso rilasciare le autorizzazioni. Perché senza manifestazioni, di che turismo parliamo? Abbiamo una Mostra dell'Oro che non funziona, quasi sempre chiusa, una Pro Loco che se non ci fanno fare niente che cosa la tengo aperta a fare, per fare le tessere? Noi, come associazione, abbiamo persino pubblicato un libro sulla storia di Feletto, alla cui realizzazione hanno partecipato persone di un certo calibro, dalla professoressa Rosanna Tappero all'ingegnere Carlo Avenati Bassi a Brunilde Enrico, dalla quale abbiamo acquisito una buona parte di notizie, a Giuseppe Giordano, cotitolare Omg. Ma questo lavoro non è stato abbastanza valorizzato, abbiamo tutte le copie in sede quando sarebbe opportuno che fossero a disposizione dell'amministrazione. Dopo 1300 anni abbiamo libro storico? Valorizziamolo. Presentiamo le nostre tradizioni. E' anche una questione di integrazione". In che senso? "Per l'integrazione non è stato fatto nulla. E' stata la Pro Loco, già dieci anni fa, a convocato riunione a tema. Non c'è integrazione perché se arrivi in piazza trovi tutti i marocchini da una parte e tutti gli italiani dall'altra. Quando viene nella nostro sede un marocchino, io il libro lo regalo. Anche le scuole hanno nei loro programmi il tema. E cos'è l'integrazione? E' farsi conoscere. Quando si svolge la riunione dei coscritti ci sono marocchini, rumeni. Noi organizziamo la festa patronale di San Vittorio, allora perché non fare anche una serata con i loro prodotti? Ho dei ragazzi marocchini tra gli iscritti. Ma io guido una Pro Loco, l'attività deve partire dall'amministrazione". "Non bisogna mettere zizzania, però – aggiunge Mazzamati -. Innanzitutto sarebbe stato il caso di convocare delle riunioni con tutte le associazioni, farle collaborare, farle partecipare tutte. Partendo dalle associazioni, inoltre, è possibile coinvolgere i giovani?". Il progetto "Terra di mezzo" elaborato dal comune di Feletto con altri limitrofi e con il Ciss-ac ritieni quindi che non sia sufficiente? "Sono parole, ma di concreto vedo poco. Faccio un esempio. Il 25 Aprile c'è stata celebrazione per la Liberazione. Non c'era un giovane. Non sarebbe stato bello avere tutti i coscritti, con i loro foulard, magari vederli in prima fila nel corteo? Ma per avere i giovani, bisogna fare qualcosa per i giovani. E in tutti questi anni cosa si è fatto? Nulla. Perché io in Pro Loco ho tantissimi giovani? Perché bisogna dar loro opportunità, saperli valorizzare, conquistarli, ma non solo in tempi di elezioni".
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