Un paesaggio unico. Dove è possibile accostarsi sulle sponde dei laghi, mettere i piedi sulle "terre ballerine", raggiungere il castello, ammirare il panorama, passeggiata lungo stradine sterrate e immergersi nella natura. E' per tutti questi ingredienti che la zona della collina di Montalto Dora attira persone quasi ogni weekend. Nel piano regolatore, fino ad oggi, è stata preservata come un'area di indubbio valore naturalistico e pregio ambientale. Di qui passa anche la Via Francigena. Ciò che manca, tuttavia, sono le strutture ricettive, che possano catturare l'attenzione del visitatore oltre a poche ore di camminata. Ed è il tallone di Achile su cui la Giunta ha deciso di lavorare, abbozzando un progetto che per ora è solo uno schizzo, ma potrebbe essere a breve approfondito in collaborazione con il Politecnico di Torino. Qual'è l'idea? Lavorare con gli studenti universitari, proporre degli stage per affiancare l'ufficio tecnico ed analizzare e presentare proposte di insediamento di bed & breakfast piuttosto che ristoranti. "Le ipotesi sono due – illustra l'assessore Nicola Antonicelli -. La prima è avvalerci di neolaureati che, avendo terminato la carriera universitaria, necessiterebbero di un'indennità minima di 600 euro al mese. La seconda è avvalerci di studenti che necessitino di seguire stage per ottenere crediti formativi. La convenzione potrebbe durare cinque anni. Abbiamo deciso di cominciare a pubblicare l'annuncio e una volta trovate le persone sigleremo l'accordo. Questo progetto ci darebbe due vantaggi: avvalerci di due o quattro braccia che si occupino di questo servizio e per lo studente la possibilità di interfacciarsi con il mondo del lavoro". La prima alternativa sembrerebbe la più vantaggiosa. E' tutto in itinere ma l'assessore dovrebbe essere presto in grado di fornire novità. In questo modo prosegue il progetto più complessivo di valorizzazione culturale intorno al lago, che in questi anni ha visto anche l'apertura e il potenziamento dello Spazio Espositivo museale del lago Pistono, situato al pian terreno del Municipio, dove è possibile trovare reperti fossiliche documentano la Preistoria dei laghi inframorenici di Ivrea dal Neolitico all’età dei Metalli. Il Comune con la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte propone una lettura approfondita e dinamica del sito. In quanto al castello, oggi di proprietà privata, si erge a quota 405 metri sul monte Crovero e risale alla metà del XII secolo, ha subito nei secoli molteplici distruzioni, riedificazioni e ristrutturazioni, sino ad assumere, nel 1890, con il restauro progettato da Alfredo d'Andrade, l'aspetto che, grosso modo, ha conservato sino ad oggi. Sorge qui anche a Villa Casana che fu fatta costruire dal Barone Valesa, il quale aveva ricevuto in dono nel 1589, dal duca Vittorio Amedeo I, il feudo comitale di Montalto Dora come ricompensa dei servizi prestati come governatore durante l'assedio di Torino. Intorno al 1818 il Conte Alessandro, maggior generale delle Regie armate e ministro di Stato, con l'aiuto dell'architetto Giuseppe Maria Talucchi, trasformò quella residenza in un ampio e grandioso palazzo.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.