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IVREA. Processo Rosboch e avvocati in Tv. Adesso Basta!

Gloria Rosboch con Barbara D’Urso su Canale 5, poi con Giovanni Floris per Ballarò su La 7, passando per Tagadà, L’Aria che tira, Virus, sky news e il Porta a Porta di Bruno Vespa. Non c’è giorno che passi senza che si sia parlato di lei, di quella povera donna strangolata e gettata nel pozzo.  In televisione è una rincorsa all’ultima notizia, al particolare di cui nessuno s’era ancora accorto. E sono videointerviste, riprese, inchieste, ricostruzioni e decine e decine di testimonianze sul ragazzino di Gassino con il diavolo in corpo, sulle sue amanti, sui suoi rapporti gay con Roberto Obert e altri ancora. Ciliegina sulla torta: gli avvocati. Vuoi mettere un servizio con chi ha il dono della parola? “In diretta da Torino abbiamo in collegamento l’avvocato Celere Spaziante  - avvisa Federica Sciarelli dai microfoni di Chi l’ha visto - Prego ci dica cosa le ha detto Obert...”. “Il mio assistito - risponde lui - Era al volante.  Ha cercato di fermare Gabriele ma non c’è riuscito...”. E perchè allora non ha fermato la macchina? Perchè ha proseguito? Si è subito affretata a chiudere il processo la Sciarelli, non senza prima dare la parola anche all’avvocato Stefano Caniglia per la famiglia Rosboch. Al diavolo quelli che sui giornali e in televisione non ci vanno perchè non è così che si lavora. Al diavolo le invidie dei colleghi. C’è l’adrenalina professionale sprigionata da uno dei fatti di cronaca nera più pruriginosi degli ultimi 10 anni. Tutto bene? Non tanto. Ed è infatti di questi giorni una “lettera ai colleghi” del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Ivrea, presieduto da Mario Benni. “Recenti fatti di cronaca hanno fatto tornare di estrema attualità il dibattito sul ruolo dell’Avvocato difensore nell’ambito del processo di accertamento delle responsabilità nella commissione dei fatti-reato, anche gravissimi e di rilevantissimo allarme sociale. Mai come ora è parso evidente come il ruolo dei mass media, amplificato dai cosiddetti "social network", possa condizionare detto accertamento e come, in tale contesto, appaia sempre più delicato il ruolo dell’Avvocato, portatore di interessi di tutela del proprio assistito, ma, proprio per tale ruolo, anche componente insostituibile nella tutela di interessi pubblici garantiti dalla Costituzione (...). È pertanto essenziale che chi viene chiamato ad esercitare tale ruolo abbia sempre presente che la funzione costituzionale che esercita gli impone il rispetto rigoroso di tutte le norme sostanziali e processuali, ma, con pari rilevanza, delle norme del codice deontologico che presiede alla nostra Professione. Codice deontologico? Rapporto con gli organi di informazione? Proprio così! E leggiamoci allora che cosa dice. All’articolo 18 si legge che “Nei rapporti con gli organi di informazione l’avvocato deve ispirarsi a criteri di equilibrio e misura, nel rispetto dei doveri di discrezione e riservatezza; con il consenso della parte assistita, e nell’esclusivo interesse di quest’ultima, può fornire agli organi di informazione notizie purché non coperte dal segreto di indagine....”. Il consiglio peraltro ricorda che al momento dell’iscrizione gli avvocati prestano un solenne giuramento sulla “consapevolezza della dignità della professione forense e della sua funzione sociale”, con l’impegno ad osservare con lealtà, onore e diligenza i doveri della professione per i fini della giustizia ed a tutela dell’assistito". Infine l’affondo, lievemente polemico. “Siamo certi che tutti noi siamo consapevoli che i passi che precedono tra virgolette non costituiscano vacue formule, da ricordare agli altri e da disapplicare verso se stessi con giustificazioni assolutorie per i motivi più svariati, ma appartengano al nostro modo di vivere la Professione. Siamo anche certi che il nostro Foro, da sempre additato quale esempio  non solo di preparazione e capacità professionale, ma anche di correttezza, lealtà, rispetto dei ruoli ed applicazione rigorosa di etica e di deontologia, saprà, anche sul versante della gestione dei rapporti con la stampa e con gli altri mezzi di diffusione, tenere alto il prestigio della nostra Avvocatura....” Chapeau!
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