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CANAVESE. Protesta dei piccoli comuni a Volterra

Immaginate Quincinetto accorpato a Tavagnasco 2400 abitanti in due. Ma non basta. Allora mettiamoci anche Quassolo (400 abitanti), Carema (770 circa), Settimo Vittone (1560). Ed arriviamo a 5000 abitanti e li superiamo. Mettiamo allora Nomaglio e Andrate (800 anime in due) con Borgofranco (comune da 3500 abitanti) e perché no se non basta piazzamoci pure Montalto Dora (3700) che poi volendo potrebbe andare anche con Ivrea. Oppure si potrebbe fare un unico grande comune della Dora Baltea da 13mila abitanti. E così via discorrendo nei vari territori del nostro verde canavese: nella pedanea e nello strambinese, nella valchiusella eccetere eccetera. Tutti divisi così. A compartimenti stagni. Con rigore matematico. Costretti a fusioni forzate. Perché lo dice la legge. In barba alle differenze geoformologiche, alla storia di ognuno, alle tradizioni e al senso si identità che è la cosa (una delle poche) che i nostri piccoli paesi ancora hanno. Ecco come spazzare via il piccolo per fare posto al grande. Molti sindaci del nostro territorio sono scesi in piazza, a Volterra, per protestare. In tanti hanno aderito all'iniziativa contro la proposta di legge n.3420 che recita, all'articolo 1: "un comune non può avere una popolazione inferiore ai 5mila abitanti". C'erano l'ex sindaco di Borgofranco Fausto Francisca Tutti insieme nella manifestazione chiamata "Sui piccoli comuni sventola bandiera bianca", Giovanni Aldighieri di Carema, Angela Marasca di Lusigliè, Diego Bili di Lombardore, Antonio Cresto di Pertusio, Ornella Moretto di San Ponso, Franco Cominetto di Burolo ed altri ancora, con bandiere e striscioni dell'Ancpi. Sono partiti in pullman per incontrare per un flashmob insieme alla grande quantità di colleghi italiani per rivendicare la propria autonomia ed i diritti costituzionali.
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