Aiutare i gatti randagi e ridurre il fenomeno del randagismo. Questo è lo scopo del gruppo di volontari, capitanati da Nadia Martin, “In punta di coda”. Il loro obiettivo è seguire le colonie sui territori settimesi e della collina, San Mauro, Gassino, Castiglione, per alimentarle, provvedere a donarli una casa accogliente, sterilizzarli per ridurre il numero dei randagi e seguire, qualora si presentino le condizioni, il processo d'adozione. Siamo andati ad intervistare la fondatrice del gruppo per approfondire il loro lavoro sul territorio. Nadia, com’è nata l’idea del gruppo? “Il gruppo esiste da circa quattro anni. Prima le colonie dei gatti randagi venivano seguite da due signore anziane, due gattare che davano da mangiare ai mici. Abbiamo iniziato la collaborazione con loro, anche perché non bastava sfamarli ma bisognava sterilizzarli in modo tale da ridurre il fenomeno. Dopo la scomparsa di Rosanna, una delle due signore, l’altra non riusciva più ad aiutarli da sola, se non erro era stato fatto anche un appello su un giornale per dare aiuto a queste colonie di gatti, e così si è formato un gruppo di volontari, eravamo 4 o 5. Dopodiché siamo rimaste io e Anna Stano che per un anno abbiamo collaborato insieme offrendo non solo da mangiare ai gatti ma costruendoli delle case e sterilizzandoli, tutto a nostre spese. Purtroppo nell’ottobre 2014 Anna è mancata a causa di un arresto cardiaco ma questo non mi ha impedito di continuare il nostro progetto comune. Infatti mi sono impegnata per creare un altro gruppo di volontari “In punta di coda”, che da qualche settimana inizia ad essere pubblicizzato anche sui social grazie a Roberta Zanzarella che si occupa della pagina”.Indicativamente di quanti gatti randagi vi occupate?“All’inizio erano 4 colonie, poi una è stata portata in un gattile, un’altra viene accudita da una ragazza del condominio in cui si è insediata la colonia. Noi ci occupiamo delle altre due, in una prima c’erano circa 18 esemplari ora sono una decina mentre nell’altra sono 7-8. Inoltre veniamo chiamati per le emergenze che si presentano, spesso la gente vede un gatto randagio per strada e ci chiama subito. Alcuni gatti considerati adottabili, invece, vengono presi in affido in alcune famiglie e noi seguiamo tutto il processo, dalla creazione degli appelli per le adozioni alle cure pre/post adozione. Ciò richiede molto tempo ma è importante farlo. Purtroppo alcuni esemplari muoiono a causa di malattie o perché vengono investiti e alcuni spariscono nel nulla, probabilmente qualcuno li prende per farne delle cavie da laboratorio e seviziarli”.Un’iniziativa nobile e impegnativa ma nonostante ciò non tutte le amministrazioni comunali sono attente al tema. “Sono entrata a far parte dell’Oipa (organizzazione internazionale protezione animali)- spiega Nadia- per seguire le amministrazioni comunale. Ad esempio per fare richiesta di un censimento per i gatti bisogna chiedere al sindaco, perché per legge è suo dovere farlo. La legge, inoltre, stabilisce che ogni gatto randagio sul suolo di un comune è proprietà del sindaco, quindi dovrebbe occuparsene lui. Ma finché non si sensibilizza al tema non si riesce ad avere aiuto da parte loro. Qui a Settimo per esempio non è endemico il randagismo canino, che fa più paura perché un cane può avvicinarsi e mordere una persona mentre un gatto malconcio dentro un cassonetto non fa male a nessuno e del randagismo dei gatti nessuno si è occupato. Stiamo lottando con i vari comuni per farci aiutare, anche economicamente, per ora abbiamo fatto tutto a nostre spese, anche perché non solo ripristiniamo il decoro urbano evitando che le colonie stiano in centro città ma anche per un discorso salubre, igenico-sanitario, in cui per esempio curandoli e tenendoli lontani da un asilo nido evitiamo che possano passare malattie ai bambini come la toxoplasmosi. Alcune amministrazioni come San Mauro e Castigione hanno risposto molto bene all’iniziativa abbiamo fatto i censimenti e ci stanno dando una mano. Settimo, invece, è un muro di gomma, ti rimbalzano da uno all’altro senza concludere nulla. Questo purtroppo è un canale che dipende dalla politica, ci sono amministrazioni sensibili che hanno censito le colonie e hanno creato delle convenzioni come San Mauro e Castiglione mentre altre meno come Settimo che ha fatto un censimento senza adottare la procedura precisa. Inoltre il comune potrebbe partecipare a dei bandi- la Regione l’anno scorso ne ha vinto uno da 50mila euro- per avere dei fondi senza dover attingere alle casse comunali”.Nadia, inoltre, negli ultimi mesi è stata impegnata nel campo di Lungo Stura-Lazio in cui durante lo sgombero dei campi rom circa 180 gatti sono rimasti senza casa e a Gassino per un avvelenamento di una colonia di gatti.“Le gattare fanno tutto quello che possono per aiutare i gatti ma vanno avanti singolarmente- conclude Nadia-. Ciò che vorrei fare io è un progetto legato al territorio e al decoro urbano e civile dei nostri comuni in cui più persone si uniscono per una causa comune. Pian piano cercheremo anche di darci ognuno un ruolo, in modo tale da strutturarci ed avere sempre più energie per fare di più”.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.