Si chiama "Sherlock" e basterebbe il nome ad inculcarlo in testa e a mettere la curiosità di provarlo. Ma dietro alla celebre citazione, riferita al leggendario personaggio letterario ideato da sir Arthur Conan Doyle alla fine del XIX secolo e protagonista di romanzi e racconti "gialli" (il cui iniziatore fu nel 1841 Edgar Allan Poe), da cui successivamente sono stati tratti anche diversi film, c'è un mezzo di investigazione davvero moderno, i-tech: si tratta di un dispositivo gps in grado di monitorare in tempo reale la posizione della bicicletta ed avvisare il conducente in caso di furto. Bello. Comodo. Piccolo. Piccolissimo. Si inserisce nel manubrio, et voilà. Chi dovesse mettere occhi e mani sulla due ruote verrebbe subito colto in flagrante. Ma come, non esistono già antifurti per biciclette? "Certo, ma Sherlock è diverso, proprio per le sue dimensioni: è l'antifurto più piccolo al mondo, invisibile, davvero a prova di ladro" spiegano gli inventori, sei giovani italiani, e due di loro sono canavesani! Tutto è cominciato nel 2014 da un'ispirazione arrivata a Pierluigi Freni, ingegnere "atipico" (come si definisce lui e come lo definiscono gli amici) torinese. Insieme a Marzia Testa (esperta di marketing e comunicazione), Nathalie Bloccati (esperta di finanza) e Francesca Manna (esperta di economia), partecipa al bando "Talenti e impresa" della Fondazione Crt presentando quello che allora era ancora, in modo rudimentale, chiamato "Angelock" (poi diventato "Shelorck" secondo l'ottica di mantenere il gioco di parole con "lock", ovvero, dall'inglese, "lucchetto"). Vincono una borsa di studio per poter sviluppare la loro idea in Inghilterra in collaborazione con Set Squared di Bath, incubatore di imprese. Servono due ingegneri e così contattano due canavesani: Stefano Martinallo, 26 anni, di Perosa, e Matteo Stoppa, 27 anni, di Romano (del resto Pier e Matteo hanno già collaborato, ai tempi del Politecnico, ad un progetto di ricerca di un materiale in grado di cambiare le proprie dimensioni se percorso da corrente elttrica, utile per ridare movimento a persone che hanno subito traumi neuro-muscolari). Età media del team: 28 anni. Si candidano per pote ottenere contributi da parte dell'Unione Europea: la loro start up si candida seconda su quattrocento! Ottengono 130mila euro. Fondano quindi l'omonima azienda "Shelock srl", nata ufficialmente il 17 giugno scorso, e in dieci mesi di studio e lavoro mettono a frutto il loro prototipo, a cui si collegano la apposita app, una capillare campagna di marketing e il sito. "L'idea – raccontano i ragazzi – è piaciuta tanto che l'incubatore ci ha chiesto di diventare suoi ospiti fornendoci consulenti molto qualificati nel settore". Primo caso di progetto incubato sia in Italia (con l' I3P di Torino) che all'estero. Poche settimane fa i ragazzi sono stati al Parlamento Europeo, poi sulla Bbc e in molti tg di diverse nazioni. A fine aprile lanceranno la campagna di crowfounding per trovare nuove risorse. Sherlock si potrà ordinare sul web al costo di 150 euro a partire dal maggio successivo, con due anni di servizio incluso.
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