Ancora una proroga. Di un mese. Fino al 15 marzo. Dopodiché la centrale del Vallesusa dovrà smettere di fumare. Dovrà essere stoppata, spenta. A meno che la società proprietaria, la Sipea Cofely Engie spa, non abbia provveduto ad attivare la cogenerazione. Il che vuol dire che, oltre a produrre energia elettrica, l'impianto dovrà anche produrre calore, che è la ragione per cui, nel lontano 2006, venne concessa l'autorizzazione dall'allora Provincia di Torino, oggi Città Metropolitana. Eì quanto ha chiesto il sindaco di Rivarolo Alberto Rostagno mercoledì scorso in conferenza dei servizi a Torino, presenti nella sede di Corso Inghilterra 7 la città metropolitana, l'Arpa, la società, l' Asl TO 4 e per il Comune di Rivarolo anche l'assessore Francesco Diemoz, il responsabile dell'ufficio tecnico, il geometra Leone, ed consulente tecnico, il professore ed ingegnere Genon. In arrivo buone notizie, quindi? Non è il caso di metterci ancora le mani sul fuoco malgrado l'assenso alle condizioni poste da Rostagno espresso dalla dottoressa Molina della cità metropolitana. "Ho messo in evidenza la mancata cogenerazione – sottolinea Rostagno -, condizione indispensabile per l'autorizzazione fin dal 2006, mai effettuata.Ho ribadito, quanto già espresso recentemente, che per il sottoscritto e per i cittadini che amministro, il tempo è scaduto, non accetto la richiesta di ulteriori proroghe, chiedendo alla città metropolitana l'immediato stop all'autorizzazione della centrale". Anche perché all'impianto, come ha evidenziato il prof Genon, andrebbero apportate diverse migliorie tecnologiche. E non è tutto: i rivarolesi hanno evidenziato l'impatto acustico e il problema degli autocarri che transitano e sostano nel piazzale sollevando polvere e rendendo di fatto invivibile la zona di transito. Tutte ragioni della protesta organizzata dall'associazione "non bruciamoci il futuro" l'altro sabato nel centro cittadino. "L'inquinamento ambientale indotto dall'impianto a biomassa – rammenta Rostagno -, pur nel rispetto delle norme vigenti, peggiora la qualità dell'aria e del territorio Rivarolese, con le emissioni dal camino, con quelle del traffico dei mezzi pesanti e peggiora la qualità del suolo. I rischi sanitari indotto da questa contaminazione, per quanto piccoli possono essere, non sono giustificati dall'impianto, il cui unico scopo è quello di massimizzare gli utili in base agli incentivi alla produzione di elettricità".
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