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05 Novembre 2013 - 10:07
In foto il Sindaco di Settimo Vittone Sabrina Noro
No al Piro. Lo dice chiaro e forte Settimo Vittone. Si tratta del primo Comune ad aver approvato la mozione presentata dall'omonimo Comitato "No Piro" con una posizione di intransigenza rispetto alla prudenza che contraddistingue invece la delibera, già passata per i vari Consigli Comunali, dell'altro Comitato "Dora Baltea che Respira", in questo caso con un sollecito rivolto agli enti competenti a tenere alto il livello di attenzione per monitorare l'impatto dell'impianto sulla salute pubblica e sul territorio. I "No Piro" dicono no direttamente alla sperimentazione opponendosi all'autorizzazione rilasciata dalla Provincia di Torino che permette di bruciare fino a 200 Kg di rifiuti all'ora, per una durata massima di due anni, per un totale di 16mila tonnellate di rifiuti l'anno.
"Non vogliamo far da cavie per un esperimento" recita la mozione citando peraltro la massima di Lavoisier secondo cui "Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma" e mettendo nero su bianco la forte preoccupazione dell'incidenza sul territorio di "nano polveri, diossine e altre sostanze tossiche" derivanti dal trattamento a caldo dei rifiuti. Dieci in tutto in punti in premessa, a partire dall'opposizione al parere favorevole espresso dal Sindaco di Borgofranco nella conferenza dei servizi del 7 maggio 2012 "senza consultare la cittadinanza". Inoltre la localizzazione, in una "zona già ampiamente compromessa dal punto di vista ambientale dalle lavorazioni precedenti di Alcan ed ex Novelis, dove molto probabilmente le correnti d'aria diffonderanno le emissioni". Riguardo al tema occupazionale i "No Piro" si dicono a favore di sistemi che invece prevedano "la separazione, il riciclo e il recupero dei meteriali". Tra gli argomenti anche la possibile svalutazione degli immobili e la compromissione della vocazione turistico-agricola della zona.
"La Comimet – chiosano i No Piro – vuol costruire impianti di pirogassificazione portatili da vendere a ditte private per ridurre i costi di smaltimento. Questa prospettiva è altrettanto pericolosa perchè se messa in atto avremo tanti piccoli impianti gestiti da privati sparsi per il territorio che non potranno essere controllati".
La mozione impegna i Comuni a chiedere alla Provincia di fermare la sperimentazione e "ad intraprendere tutte le azioni opportune", infine ad organizzare una giornata di studio e di approfondimento sull'argomento aperta a tutta la cittadinanza.
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