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IVREA. Paolo Brun, da poliziotto a diacono insieme ad altri sei

Sono sette i nuovi diaconi che domenica scorsa sono stati ufficialmente ammessi dal vescovo Edoardo Cerrato al ministero sacro. E sono. Giovanni Malandrino della Prrocchia di Cuorgnè. Roberto Perotti,  della parrocchia di Salto e Priacco, chè è anche consigliere comunale. Livio Bellino della parrochia di  Castellamonte.

Poi Massimo Stratta di Palazzo Canavese, Alessandro Ugo di Bollengo e Luigino Bonafè di Alice Castello. 

Tutti sposati e con figli. 

E non basta ancora. 

Completa l’elenco Paolo Brun, 65 anni, di Mazzè e Paolo Brun non è uno qualsiasi. Padre di due figli, nonno e vedovo, fino a qualche tempo fa vestiva infatti la divisa di commissario di polizia a Ivrea e prima ancora, per tanti anni, è stato alla squadra mobile di Torino. Cioè uno che tutta la vita ha rincorso delinquenti e truffatori, con appostamenti e pedinamenti.

Il suo nome - e non poteva essere altrimenti -  è subito cominciato a circolare più degli altri.

“Non c’è nulla di strano - dice ai tanti che gli chiedono i motivi dela scelta - Il mondo è pieno di buoni cristiani nel mondo delle professioni, ogni giorno, in silenzio, testimoniano ciò che sono con l’esempio e senza troppe parole... Dove sarò mandato per la mia attività, lì mi impegnerò.”.

E sul fatto che lui sia sempre stato un buon cristiano non ci piove. 

Anche nei periodi di maggior lavoro non ha mai saltato una messa.

“O la mattina, o la sera - racconta - Mi infilavo in una qualsiasi chiesa a Torino. Per me la messa è sempre stata una necessità...”.

Nessun dubbio, neanche uno piccolo piccolo. 

E’ successo tutto una mattina di quattro anni fa. Si è svegliato, ha alzato gli occhi al cielo e ha capito. che Dio lo avrebbe voluto tutto per lui. 

“E’ quella cosa... La chiamata!”. Una cosa seria.

Prima ne ha parlato con l’amico Don Stefano Fogliato (morto in un indente nel maggio del 2012), quindi ha cominciato a studiare teologia, filosofia, greco e latino, pian piano aumentando i suoi impegni in parrochia e all’oratorio.

E sono stati quattro anni vissuti serenamente e felicemente senza mai un dubbio, neanche piccolo, neanche di fronte alle tante domande degli amici. 

“Perchè nessuno ha mai dimostrato che Dio non esiste” e per crederci basta la fede e quella c’è.

Ed è con quella che il passo da commissario di Polizia a diacono altro non diventa che una  tappa della vita.  

Il percorso

Tutti e sette i nuovi diacono sono stati seguiti dal servizio pastorale diocesano. Da don Roberto Farinella, direttore del seminario diocesano e al vicario generale Massimo Ricca.

Le prossime tappe saranno il lettorato, l’accolitato e, presumibilmente all’inizio del prossimo anno, il diaconato permanente.

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