Avrebbe trasformato un vecchio rudere in uno chalet ma senza rispettare le normative urbanistiche. Con quest'accusa, sostenuta dal Pm Ombretta Russo, è finito imputato, di fronte al giudice Ludovico Morello del Tribunale di Ivrea, il Sindaco di Pont Canavese Paolo Coppo. Insieme a lui altre tre persone: la moglie del primo cittadino, Silvana Brunasso Cassinino, il progettista e direttore dei lavori Marco Gallo Balma e l'impresario che aveva eseguito le opere, Roberto Ferraris. I due coniugi avevano deciso, nel lontano 2009, di recuperare un rustico situato in frazione Tiglietto a Ronco. I lavori sarebbero stati però eseguiti in maniera diversa rispetto al permesso di costruire rilasciato nel novembre di quell'anno. Ma si parla, come ha asserito lo stesso ufficio tecnico del comune, di questioni di pochi centimetri: le falde della copertura del tetto risultavano di minori sporgenza (gli spioventi erano di dieci centimetri più corti), il lato est del fabbricato era stato intonacato mentre si sarebbero dovute usare pietre a vista, era stato usata una ringhiera metallica al posto di una ringhiera in legno, di cinque centimetri più corta anche la finestra sul lato ovest, non previsto a progetto un muretto di contenimento ed infine il locale legnaia al primo piano era stato recuperato a livello residenziale, diversamente da quanto dichiarato nella Dia. Un abuso edilizio tirato proprio per i capelli, insomma, come sostiene la difesa degli imputati, affidata al legale Celere Spaziante. E tra i capi di imputazione viene contestata persino la mancata esposizione di un cartello riportante le indicazioni del tipo di opere. Il processo è scaturito da una denuncia, sporta dal vicino di casa, ormai defunto. La vedova, Ornella Costa, si è costituita parte civile con l'avvocato Danilo Pastore. E venerdì, in udienza, il consulente della parte civile ha rivolto delle critiche al Comune: "non so come abbia permesso che potesse succedere". Ma l'impiegata dell'Ufficio Tecnico, ha sostenuto il contrario. Sentito in aula, Ferraris ha confermato di aver eseguito "il recupero delle costruzioni tipiche: abbiamo ricostruito un muretto a secco già esistente, eravamo in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie, abbiamo presentato una Dia in variante, e durante tutti questi passaggi non siamo mai stati bloccati dal comune". "Sono assolutamente contento – commenta l'avvocato Celere Spaziante – delle risultanze dell'istruttoria dibattimentale, atteso il fatto che il Comune, o, meglio, l'Ufficio Tecnico, ha chiarito che non è stato commesso alcun illecito". Soddisfatto anche il Sindaco Coppo: "sono contento che sia emersa la regolarità dei fatti, tutto è stato realizzato nel rispetto della normativa".
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