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SAN GIUSTO. Imprenditori pronti a riaprire Telecittà, ma Comune blocca licenza. 500 posti di lavoro a rischio

SAN GIUSTO. Imprenditori pronti a riaprire Telecittà, ma Comune blocca licenza. 500 posti di lavoro a rischio
Rischia di "saltare" il rilancio del complesso di Telecittà. Tutta colpa dell'Amministrazione Comunale che ha revocato in via definitiva la licenza dell'Hotel Santa Fe' con provvedimento della Dirigente Amministrativa Rita Parola. Doveva aprire nel mese di novembre e invece resterà chiuso. Ripartire da zero, con un iter per ottenere una licenza ex novo, significa una tempistica che potrebbe andare da uno a due anni. Troppo. Troppo tempo per la cordata di investitori londinesi che vorrebbe acquistare ed investire la struttura dall'attuale società proprietaria, composta da imprenditori romani. E perché in queste settimane si erano già avvicendati incontri con Mediaset per girare un'altra fiction. Certe persone si sono già lamentate perché erano state convocate per essere assunte ma l'ordinanza del comune ha fatto delle speranze carta straccia. La proprietà, ora, minaccia di reagire: "signori, se non date le licenze, faremo ricorso al Tar" ha già annunciato. Anche perché la società ha già eseguito lavori di ristrutturazione in vista della riapertura per 300mila euro, con l'idea di far rivivere l'Hotel 5 Stelle in una zona non turistica tornando a sfruttare il discorso televisivo. La minoranza consiliare di San Giusto, "Obiettivo Comune", ha già pronta un'interrogazione indirizzata al Sindaco Giosi Boggio. "Si fa paladina sui giornale della riapertura di attività commerciali e industriali, propone di stilare un elenco dei siti che si potrebbero riutilizzare e poi invece blocca i lavori" è lo sfogo del capogruppo della minoranza Moreno Prono. E venerdì scorso la questione è balzata anche sul tavolo del Pd, alla riunione del circolo a San Giorgio Canavese. LA BUROCRAZIA E LA POLITICA. LA POSIZIONE DEL PD. La licenza per l'attività commerciale alberghiera era stata riattivata, già per due volte, su richiesta della società. Ma legge dice che alla terza volta va revocata definitivamente. Il Comune vi si è attenuto in modo ligio. Succede, quindi, che a livello burocratico la decisione sarebbe corretta. Diverso è il discorso politico. "E secondo me la politica non ha fatto ciò che doveva fare" incalza Giuseppe Libonati, coordinatore del Circolo a livello provinciale, Vicepresidente del collegio di garanzia a livello regionale e consigliere di minoranza a San Giusto. "Il Sindaco Boggio – spiega - avrebbe potuto convocare una riunione di Giunta e decidere di mantenere la licenza in base alle ragioni sollevate dalla società. Una delle tante motivazioni per la riapertura è che avrebbe contribuito a riportare novanta posti di lavoro solo per l'albergo e per l'attiguo centro benessere". Se si aggiunge la ripresa dell'attività televisiva si potrebbero ventilare tranquillamente cinquecento posti di lavoro. Ed è il tasto su cui il Circolo Pd del Segretario Franco De Amicis va principalmente all'attacco. "Nel corso della riunione – spiega Libonati - è emerso un grave disinteresse. Il Sindaco Boggio e la Giunta non hanno saputo gestire la partita a livello politico perché hanno affidato solo ed esclusivamente la decisione del dirigente amministrativo. Qui stiamo parlando di posti di lavoro e a noi quello che interessa è l'occupazione. I nostri amministratori non hanno valutato assolutamente le conseguenze delle loro azioni: che gli investitori adesso hanno il freno a mano tirato e potrebbero scappare via ed il plesso resterebbe abbandonato, bloccando tutto un circuito che porterebbe benefici anche per le attività di ristorazione che ci sono in zona. E' stata una decisione secondo noi affrettata e non ragionata e può aver creato un danno enorme". Ora i piddiani stanno valutando se si possa proporre un "escamotage" che possa portare alla riattivazione della licenza. 300MILA EURO DI INVESTIMENTO PER ACCOGLIERE PROFUGHI? La voce che circola in paese è che alla base della revoca ci sarebbe il timore di vedere destinato l'albergo all'accoglienza di profughi. Non fosse altro perché sussisterebbero dei precedenti in zona, basta osservare il destino dell'Hotel Ritz di Banchette, struttura rinomata ma che era ormai sull'orlo del fallimento, acquisita da una cooperativa. "E' una voce che circola ma, se così fosse – sostiene la minoranza - sarebbe una preoccupazione un po' strampalata: questa è una struttura a cinque stelle, di un certo tipo". L'hotel si compone di 114 camere e la società ha già eseguito 300mila euro di lavori di ristrutturazione, sistemando idromassaggio, centro benessere. Tutto questo per metterci i profughi? "Il grave errore, secondo me – chiosa Libonati -, è che la Boggio, per l'ennesima volta, non si sia voluta prendere la responsabilità politica di amministrare il paese e abbia fatto decidere un dirigente amministrativo. A questo punto mi chiedo i politici qui che ci stanno a fare". Anche perché la Boggio, insieme al collega Andrea Zanusso di San Giorgio, aveva annunciato nell'assemblea dei Sindaci dell'area omogenea, a Rivarolo Canavese, pochi mesi fa, che si sarebbe fatta in quatto per rilanciare il territorio. "Per l'ennesima volta fa parole, fatti concreti mai – chiosa la minoranza -: adesso che si è presentata l'occasione, si è tirata indietro".
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