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23 Dicembre 2015 - 10:49
Chirurgia estetica
E' stato condannato a tre mesi di reclusione (pena sospesa con condizionale) Fioravante Orefice, il chirurgo plastico di un centro odontoiatrico di San Giorgio finito alla sbarra con l'accusa di lesioni dopo un intervento di liposuzione ad una paziente eseguito nel 2012. Il giudice Ombretta Vanini ha stabilito anche la non menzione della pena sul casellario giudiziario.
I fatti risalgono al maggio di tre anni fa. Orefice avrebbe sfigurato il volto di una donna di 58 anni, residente a Busano, che s'era sottoposta ad un intervento di chirurgia estetica. Quest'utlima aveva deciso di affrontare un ritocco agli occhi e ad una liposuzione alle gambe. Nei giorni successivi all'intervento, però, si erano manifestati degli effetti collaterali, per cui si era immediatamente recata a sporgere denuncia. Si era aperta l'inchiesta a cura della Procura di Ivrea. Nel registro degli indagati erano finiti, inizialmente, anche Paolo Roberto Asperio e Tania Zanotti, responsabili dello studio dentistico che aveva ospitato l'operazione. La loro posizione era poi stata archiviata. Per alcune settimane lo studio odontoiatrico era rimasto chiuso, per i sigilli apposti dai Nas, anche per chiarire se l'attività avesse i requisiti perché si potessero svolgere al suo interno attività del genere. Era seguito il rinvio a giudizio di Orefice, assistito dall'avvocato Enrico Canepa.
La donna si era costituita parte civile con l'avvocato Cesare Varallo. Secondo la perizia di parte avrebbe riportato lesioni importanti, in parte rimediabili ed in parte permanenti, senza considerare il forte shock.
Tra i testimoni sentiti durante l'ultima udienza, Maurizio Schenardi di Ceramesi, chirurgo plastico, in rapporti con Fioravante da circa vent'anni. Aveva spiegato che, per questo tipo di operazioni, viene prelevata una certa quantità di cute nei punti in cui la pelle eccede. "Qualsiasi retrazione cicatriziale – aveva spiegato l'esperto – può essere corretta chirurgicamente, a meno che uno non abbia un'embolia". Solo cinque mesi erano trascorsi dall'intervento all'incidente probatorio ma il perito ha sottolineato che per un'adeguata valutazione servono periodi più lunghi, almeno dodici mesi.
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