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30 Novembre 2015 - 18:21
Elio Ottino
Tornano puntuali gli ammonimenti della Prefettura ai Sindaci circa il rischio di calamità dovute ad eventi atmosferici. Ma le precarie condizioni di sicurezza del territorio non cambiano. Dal novembre 2014 ad oggi la Regione Piemonte non ha sganciato un centesimo per permettere agli amministratori dei piccoli comuni di poter intervenire per prevenire il dissesto idrogeologico.
"Abbiamo inviato due richieste per la pulizia del rio Ribes. Una a dicembre dello scorso anno ed una all'inizio di ottobre" ci racconta Elio Ottino, Sindaco di Salerano che esattamente un anno fa scriveva una "letteraccia" agli organi istituzionali. Tra l'incudine e il martello. "Noi sindaci siamo responsabili della sicurezza – sottolinea Ottino – ma gli enti superiori non ci mettono nelle condizioni di poterla garantire davvero". A Salerano servirebbe poco... qualche decina di migliaia di euro. Un investimento minimo che arginerebbe ipotesi catastrofiche in casi di precipitazioni eccessive. "Se esondasse di nuovo la Dora – ricorda Ottino – il rio Ribes ne costituirebbe lo scolmatore naturale ma la vegetazione che lo colma rallenterebbe il deflusso dell'acqua e innalzerebbe i livelli, con seri rischi di ripetere quelle situazioni che abbiamo già visto nel 1993 e nel 2000".
Sul sito della Regione Piemonte il livello di allerta da 2.70 è già passato a 3.3. "Se noi stiamo tranquilli davanti al computer ad aspettare che scatti il livello di allerta 2 – protesta l'amministratore saleranese - ci ritroviamo già il livello dell'acqua sotto il passo autostradale". Inoltre in alcune chiaviche le pompe non funzionano quindi occorrerebbe anche un'accentuata manutenzione degli impianti.
Per queste ragioni Ottino ha nuovamente acceso il pc ed ha inviato un nuovo sfogo, in tutta risposta, alla Prefettura. "Il nostro territorio – ricorda - è ricompreso nell’ormai tristemente conosciuto Nodo Idraulico di Ivrea ed essendo già stato gravemente colpito dalle alluvioni del 1993 e del 2000 con due morti e gravissimi danni sia a beni mobili che immobili, corre l’obbligo di evidenziare che già di per sé il livello di attenzione è ormai divenuto parte integrante delle nostre responsabilità anche in assenza di particolari raccomandazioni così come si evince dalla lettera del Signor Prefetto". Una lettera che lui, Ottino, definisce "umiliante". "Io ritengo - risponde a tono - che in questa difficile e critica fase sia necessario quanto mai che si individuino soluzioni chiare, univoche. Non abbiamo bisogno di parole né di suggerimenti nè di ordini che in alcuni casi rasentano veramente il ridicolo. Ritengo che la manutenzione e la prevenzione del dissesto idrogeologico rappresentino la più importante opera pubblica di cui i nostri territori hanno bisogno. Mai più, dunque, interventi in emergenza quale risposta improvvisata a un dramma di cui tutti noi purtroppo conosciamo la portata. Se non si mettono a disposizione le necessarie risorse, le sole raccomandazioni rischiano di ottenere quale unico risultato uno sterile postumo rimpallo di responsabilità".
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