Il dato di fatto, nell'intricata vicenda Global Costruzioni, è che è stato garantito il servizio del teleriscaldamento. Che col freddo di questi giorni non è un risultato da buttar via. Da qui in avanti, però i dubbi sulla gestione della partita sono giganteschi. I più sostanziosi sono due. Primo: l'amministratore unico di Global Francesco Margiottaha deciso di affittare il servizio a una società, la Riesco srl, che secondo il Tribunale di Ivrea non avrebbe presentato “idonee garanzie di solidità patrimoniale”. Secondo: Global punta successivamente a vendere la rete del teleriscaldamento a 28 milioni di euro. Dodici milioni in meno del valore individuato un anno fa, che si attestava sui 40 milioni.
La vicenda
Questi i passaggi della “grana Global”. Autunno 2014: Pianeta, la partecipata del Comune che gestisce il teleriscaldamento, è indebitata con le banche (Cassa Depositi e Prestiti e Monte dei Paschi), che le hanno erogato mutui per 27 milioni per costruire la rete. Non riesce a pagare gli interessi e il buco rischia di allargarsi, quindi mette in vendita i tubi. Un fondo americano, Tiger, presenta un'offerta di 40 milioni: propone di accollarsi il debito con le banche e promette 12 milioni “cash”. L'operazione però non va in porto. Tiger chiede uno “sconto” alle banche di circa 13 milioni, ma loro rifiutano. Di conseguenza Global (con cui nel frattempo Pianeta si è fusa) si trova costretta ad aprire la procedura di concordato, nel tentativo di accontentare i propri creditori, comprese le banche, e scongiurare il fallimento. Nel frattempo, pur sotto l'egida del Tribunale, Margiotta e l'avvocato Stefano Ambrosini continuano a cercare soluzioni e acquirenti interessati agli “asset” di Global. Soprattutto il teleriscaldamento, il più appetibile. Il primo tentativo lo fanno il 25 luglio, chiedendo al Tribunale di affittare il ramo d'azienda a Tiger Energy Management (legata al fondo Tiger). Il 10 agosto il Tribunale nega l'autorizzazione. Global ci riprova il 18 settembre, stavolta presentando ai giudici l'offerta di Elaris Holding srl, giudicata, per dirla come Margiotta “immediatamente preferibile” a quella di Tiger per il maggiore canone d'affitto e perchè la sua istanza contiene un'offerta di acquisto (non immediato). Il Tribunale dice di nuovo di no, per una serie di motivi, fra cui anche il fatto che “Elaris Holding non avrebbe presentato idonee garanzie di solidità patrimoniale”. Ma siamo già al 28 settembre. È autunno, mancano 15 giorni all'accensione del teleriscaldamento. Global non può gestirlo da sola o rischia di allargare il buco. Il servizio va garantito, anche per non compromettere gli impianti e il rapporto con i clienti (cioè i settimesi), che sono rimasti l'unico patrimonio “appetibile” di Global. E quindi che fare? L'unica via è eliminare l'ostacolo che si oppone all'affitto delle reti. Cioè il Tribunale. Margiotta e Ambrosini rinunciano all'istanza di concordato, riprendono il controllo della società e affittano comunque il teleriscaldmento a Riesco srl, società di scopo del gruppo Elaris, amministrata da Antonio Stillitano. Gli amministratori di Global evidenziano, nella loro rinuncia al concordato, che la Kyobo Securities Co Ltd, “primaria banca coreana”, ha già erogato finanziamenti a Elaris per 143 milioni, compresi i 28 stanziati per l'acquisizione del teleriscaldamento. Morale: Global si potrebbe ritrovare a vendere a 28 milioni ciò che un anno fa voleva vendere a 40.
Il nuovo concordato
Tutto risolto? Neanche per idea. Perchè Global chiederà “nel più breve tempo possibile”, scrive Margiotta, “un nuovo ricorso per concordato preventivo”. Ma col contratto d’affitto di Riesco già “blindato”, con buona pace dei dubbi del Tribunale.
Le polemiche
Tutto regolare? Certo, almeno fino a prova contraria. C'è semmai un problema politico, considerato che Global è una società pubblica controllata al 55% dal comune di Settimo tramite Patrimonio. “Abbiamo fatto diverse interpellanze ma finora nessuno ci aveva informati sulle negate autorizzazioni del Tribunale – commenta il grillino Massimo Del Vago - Soprattutto delle mancate garanzie di Elaris, che pure noi avevamo evidenziato in tempi non sospetti. A questo punto noi continueremo le nostre indagini”.
lorenzobernardi@giornalelavoce.it
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