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IVREA. Don Milani? "Abbiamo fatto del nostro meglio per renderla il più vivibile possibile"

IVREA. Don Milani? "Abbiamo fatto del nostro meglio per renderla il più vivibile possibile"

"Il disagio? Innegabile. Ma abbiamo fatto e stiamo facendo del nostro meglio per mitigarlo, per far sentire tutti come fossero a casa... Le lamentele, le proteste non possono che nuocere alla nostra scuola". Non hanno dubbi gli insegnanti della scuola elementare "Don Milani", trasferita, dallo scorso anno (in seguito alla scoperta della presenza di fibre di amianto nelle pareti) alla scuola media "Falcone" nel quartiere Bellavista. Tengono a stemperare le proteste alimentate da alcuni genitori ("pochi") che mal stanno tollerando il cambio forzato delle abitudini.

Sono Elena Mamprin, Marco Pistoi, Anna Fontanella, Susanna Curtetto, Patrizia Rainero, Marie Christine Pace, Aurora Bertoldo, Anna Ramburrino, Maria Caglianone. Un gruppo solido ed affiatato. Non nascondono che sì, forse, stare alla Falcone, per i bimbi della Don Milani, è un po' come Gulliver a Brobdingnan. Ma romanzare, far comprendere la metafora ai bambini, rendere le circostanze un po' favola, è il mezzo per poter stare tutti un po' meglio.

All'ingresso della sezione del plesso, dove sono state ricavate le aule, hanno allestito il loro striscione per indicare che qui sta la Don Milani. "Qui abbiamo trovato accoglienza – dicono -. La Falcone ha rinunciato ad alcune aule per noi, come all'unica aula dotata della lavagna elettronica. La disponibilità ha evitato di disperdere le classi sul territorio, com'era la prima ipotesi del Comune. Capiamo che non sia la soluzione migliore del mondo ed il malumore di alcuni genitori è comprensibile così come le rivendicazioni verso l'Amministrazione Comunale. Ma abbiamo subito tutti un disagio, e stiamo cercando di affrontare la situazione al meglio".

Ivrea insegnanti Don MilaniAnna Fontanella non ha dubbi: l'articolo uscito un paio di settimane or sono, sulle colonne di questo giornale, riportante alcune lamentele, per esempio sulla necessità di sistemare sgabellini nei bagni per permettere ai più piccolini di raggiungere i lavandini, è un colpo al cuore che si mal tollera. Specie perché loro, gli insegnanti, si sono svestiti di penna e registro e in prima persona hanno provveduto al trasloco, per portare gli arredi, dare la parvenza di essere sempre a casa.

"Certo, bisogna mettere gli sgabellini, ma i bambini si trovano nelle stesse situazioni anche a casa – ricorda la maestra -. Qui abbiamo trovato aule luminose, ampie. Un plesso protetto, dotato di recinzione, con area verde ed un ampio parcheggio che alla Sacca ci si scorda. La Preside ne ha verificato le condizioni con gli ingegneri prima di farci entrare. Il Comune ha ritinteggiato le aule, rifatto i bagni, abbassato gli attaccapanni". Tanti piccoli dettagli per trasformare Brobdignan in Lilliput.

Alcuni genitori hanno criticato anche la mancanza di trasporti adeguati dal centro. "Ma chi, oggi, non usa l'auto? - ribatte Fontanella -. E comunque i bambini hanno l'accesso ai bus gratuito. Mi rendo conto che il problema sia serio ma criticare la scuola danneggia soltanto tutti".

"E' presente una pensilina all'ingresso che consente i bambini di aspettare al riparo. Questo luogo veicola tre quartieri: la Sacca, San Grato e San Bernardo. Anche noi – aggiunge Sussanna Curtetto – vorremmo che questa situazione venga sbloccata. Ma per fare una buona scuola bisogna avere una bella scuola?".

Marco Pistoi riflette su quanto sta accadendo: "Noi abbiamo fatto tanto per mantenere in piedi le piccole scuole, di quartiere, io immagino un genitore che voglia iscrivere il figlio. Credo che in un anno di discussione sulla Don Milani sia mancata una storia: quella delineata dall'istituto comprensivo di non sparpagliare tutti i bambini in sistemazioni che sarebbero state molto peggiori di questa. L'intera scuola primaria si è spostata e la media ha dovuto rinunciare ad un'area intera. E' stato anche un momento educativo perché abbiamo insegnato ai bimbi a vedere il lato positivo nel disagio. Non facciamo un danno di immagine alla piccola scuola di quartiere. L'obiettivo di tutti noi è tornare nel nostro plesso. Chiaro che sollecitiamo l'Amministrazione. Stiamo cercando di fare del nostro meglio per rendere questa collocazione la migliore possibile".

Ed Elena Mamprin aggiunge: "ma abbiamo avuto il torto di accogliere? Spiace che non ci sia stata riconoscenza. Quello che abbiam fatto è stato un lavoro di collaborazione. Anzi, qualche genitori, durante il trasloco, ci ha chiesto se avevamo bisogno di aiuto, e siamo stati qui durante le vacanze di Natale". Stesso spirito che ha animato la castagnata, l'altra settimana. "Questo è il modo concreto di lavorare in collaborazione" sottolinea Susanna Curtetto. A gennaio si terranno le nuove iscrizioni. E loro, gli insegnanti, invitano a non temere, ad iscrivere i propri bimbi, continuare a dare vitalità a questo grande plesso di una piccola città.

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