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05 Novembre 2015 - 12:09
Ivrea collina del Crist
"No alla centrale del Crist". Lo dicono chiaro e forte i residenti della zona di Ivrea ai confini con Montalto Dora. Il pericolo incombe oggi più che mai dopo che, negli ultimi mesi, la società Idropadana ha messo il piede sull'acceleratore all'iter che era rimasto fermo per il progetto di variante, abbozzato di fronte alle roventi polemiche, con tanto di proteste pubbliche, del 2010. Che cosa cambia? La società ha pensato bene di stralciare l'ipotesi del tunnel sotto la collina per individuare un percorso in superficie, trascinando via i campi e i vigneti del Cristo.
Durante il mese di ottobre sono arrivate ai proprietari le notifiche degli espropri. E tra loro c'è Alice Fumero, figlia di Silvano Fumero, a cui è intitolato il bioparco di Colleretto Giacosa, e residente a Villa Realis che fu l'antica casa di Francesco Carandini (1858- 1946), segretario alle prefetture di Pinerolo, Torino, Parma, sottoprefetto a Crema e a Biella, vice-prefetto di Roma durante la guerra 1915-1918, poi prefetto a Forlì, Verona e Udine. Fu anche scrittore, poeta ed animatore di una cerchia di intellettuali e letterati, ostili al regime (da Benedetto Croce a Franco Antonicelli, Norberto Bobbio, Frassati, Ruffini).
"Mi porteranno via 10mila metri quadrati di terra – sottolinea Alice Fumero – ma, soprattutto, quest'opera devasterà secoli di storia". Da Villa Realis passarono personaggi illustri quali Carlo Botta, Giuseppe Giacosa, Guido Gozzano, Salvator Gotta, Nino Costa. Accanto a loro musicisti come Filippo d’Agliè, Costantino Nigra, Angelo Burbatti, Rosario Scalero, o architetti come Alfredo D’Andrade. La costruzione risale al 1778, come testimoniato da una incisione in bronzo murata nel caminetto della sala al primo piano, proprietà della Famiglia Realis, notabili che per vie matrimoniali si legarono alla famiglia Giacosa di Colleretto-Parell. Elisa Realis, sorella di Paola, invece si spostò con Federico Carandini, che apparteneva alla nobiltà modenese ed era militare di carriera.
"Non capisco – sottolinea Alice Fumero – come il Comune di Ivrea possa permettere ad un privato di danneggiare un altro privato ma soprattutto di devastare un pezzo di storia e cultura. Per un Comune che si sta candidando a diventare sito Unesco è a dir poco imbarazzante". Alice Fumero ha lanciato una raccolta firme che presenterà sul tavolo del Sindaco Carlo Della Pepa in vista del Consiglio Comunale del 16 novembre e della Conferenza dei Servizi che il 18 novembre darà l'ok alle opere. E a dare manforte alla protesta ci sarà una mozione già preparata da Francesco Comotto di "Viviamo Ivrea". E le ragioni dei residenti potrebbero trovare come portavoce niente meno che lo stesso Presidente del Consiglio Comunale Elisabetta Ballurio, da tempo in rotta di collisione su tutti i fronti col primo cittadino Della Pepa.
"Il Comune – sottolinea Fumero – si nasconde dietro la giustificazione del 'bene pubblico' ma come può essere considerata bene pubblico l'ottava centrale sullo stesso fiume?"
IL CONSIGLIO COMUNALE
Otto centrali sul fiume Dora Baltea. Sono quelle già autorizzate. Compresa la Cantrale del Crist, per cui la procedura è in corso. Ma altre tre risultano già autorizzate: a Torre Balfredo, a Borgofranco e a Quassolo. Undici in tutto. Una follia. Già denunciata dalle associazioni ambientaliste, dai cittadini ed oggi anche dai consiglieri comunali.
Martedì scorso Francesco Comotto di "Viviamo Ivrea" lo ha detto e sottolineato in Commissione Assetto del Territorio.
A sentire la maggioranza, per il Crist, sarebbe pronta una variante al Prgc ma il passaggio in Consiglio Comunale sarebbe superfluo, perché si tratterebbe di questioni inerente le energie rinnovabili e quindi di pubblica utilità... "Mah.. - ha aggrottato la fronte Comotto -. Mi sembra che per trasparenza ed opportunità politica, visto che si va a modificare territorio, sarebbe bene portare questa variante in approvazione". Step un po' rischioso visto che, sulle posizioni di Comotto, si troverebbe una buona parte sia della minoranza che della maggioranza renziana.
"In ballo – sottolinea Comotto - c'è un'ennesima centrale idroelettrica che di fatto va a mettere soldi in tasca ad un privato. E già questo aspetto non mi piace tantissimo... Dal punto di vista ambientale, poi, si va a costruire un canale che taglierà in due i terreni agricoli. In barba al Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia, che era innovativo dal punto e qui ad Ivrea non viene considerato: diceva che prioritaria, nei piani urbanistici, doveva essere la salvaguardia dei terreni fertili, agricoli". Comotto ha chiesto di visionare il parere, ammesso che ci sia, della Città Metropolitana.
"Quello che chiederemo, con una mozione o con una proposta condivisa – anticipa -, è che vengano rispettati questi dettami, che sono abbastanza stringenti sulla salvaguardia del territorio e sul consumo di suolo".
LA PETIZIONE
Perché dire no alla Cantrale del Crist?
Le ragioni sono più d'una. La quantità numerica delle centrali che rischia di prosciugare il fiume lasciando economostri poi di difficile smantellamento. Il danno per i terreni fertili che, secondo i piani della Provincia, andavano salvaguardati.
L'impatto, poi, sull'ecosistema e sul patrimonio rurale, che la “Progettazione partecipata della Rete Ecologica a livello locale nell’area pilota dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea” avviata nel 2014 dalla Provincia di Torino avrebe dovuto tutelare. "Si è riconosciuto – ricordano i firmatari della petizione - che la captazione della risorsa idrica a scopo idroelettrico, ha elevate ripercussioni sull’ecosistema fluviale. Così come è risultata ampiamente condivisa l’opportunità di mantenere i due corridoi ecologici, fra il SIC Laghi di Ivrea e la Dora Baltea, individuabili fra gli abitati di Borgofranco e Montalto Dora e Ivrea e Montalto Dora. Inoltre a causa dell’urbanizzazione fra la statale e la ferrovia i corridoi esistenti si stanno restringendo. In particolare quello presente fra Borgofranco e Montalto Dora ha perso circa un terzo della sua ampiezza. Ora la costruzione del canale a monte e a valle della centrale andrebbe a ridurre ulteriormente il corridoio tra Montalto ed Ivrea".
Segue il tema della sicurezza: "il canale di approvvigionamento in prossimità delle case è a cielo aperto e non cintato. Sono previste barriere e coperture solo in prossimità di alcuni abitati, ma per la gran parte sarà di libero accesso perché una rete lungo le sponde ostacolerebbe il deflusso delle acque e del materiale portato a valle dalla Dora in caso di esondazione. Per lo sbancamento della roccia a monte e a valle del corpo della centrale si utilizzeranno degli esplosivi che potrebbero provocare danni alle abitazioni che poggiano su roccia dioritica, a pochi metri dagli interventi di sbancamento".
Senza contare il danno economico: "la costruzione del canale di carico della centrale comporterebbe una sottrazione e uno spezzettamento di terreni determinando così sia una perdita di valore dei terreni restanti, sia un danno economico per tutti i produttori che utilizzano quei terreni per la propria attività economica. L’opera porterebbe infatti alla sensibile svalutazione di immobili di pregio".
I firmatari chiedono al Sindaco e a tutta l'Amministrazione di esprimere un netto parere di contrarietà alla realizzazione dell’opera, di non approvare la variante di PRG e di riportare, in sede di Conferenza di servizi, la voce dei cittadini.
DOVE FIRMARE LA PETIZIONE ENTRO IL 13 NOVEMBRE:
Diane-Casa del cuoio via Guarnotta Fornero Calzature - via Arduino Alice Fumero - via delle Germane 11 Lisa Marocchi via delle Germane Federico Bona - via Falchetti
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