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05 Novembre 2015 - 11:27
tribunale
Mette incinta la compagna ma poi abbandona lei e la neonata. L'altra settimana un uomo residente a Strambino, Flavio C., alla sbarra per l'articolo 570 del codice penale, ovvero violazione degli obblighi di assistenza familiare) è stato condannato dal giudice Ombretta Vanini del Tribunale di Ivrea. Dovrà scontare otto mesi di reclusione (non gli è stata concessa la sospensione condizionale) e dovrà corrispondere il risarcimento dei danni con una provvisionale di ventimila euro alla donna.
"Per carità, c'è stato un tentativo di recupero con il pignoramento dei buoni postali per settemila euro, ma l'imputato non ha mai corrisposto nulla in nove anni...E' stato un padre assente affettivamente ed economicamente" ha sottolineato il Pubblico Ministero Emanuele Bosio nel formulare la richiesta di condanna.
Lunedì scorso, prima che si svolgesse la discussione tra le parti, sono stati sentiti alcuni testimoni per chiarire la situazione in cui si trovava a barcamenarsi la giovane ragazza madre, di origine rumena. "Lavorava da noi come badante, inizialmente – ha raccontato una settantenne di Montalenghe, che l'aveva accolta sotto il suo tetto, facendola lavorare coma badante degli anziani genitori -. Quando è rimasta incinta ci ha chiesto se avrebbe potuto continuare a stare da noi. Le abbiamo risposto che saremmo stati come nonno per la sua bimba. Tutt'oggi siamo in buoni rapporti e ci frequentiamo, ci vediamo a Natale e ai compleanni. E mi capita di prestarle qualche somma, 150 o 200 euro, nel momento del bisogno, perché magari deve coprire le rate del mutuo. Somme che mi restituisce, puntualmente". La testimone sapeva della relazione nata con quell'uomo di Strambino. "Ma non l'ho mai visto, mai" ha sottolineato.
Tra i testimoni è stata sentita anche la zia della persona offesa, titolare di un ristorante in Valle d'Aosta. "Purtroppo mia nipote ha sempre avuto difficoltà – ha raccontato -. L'ho aiutata come potevo. Poi, quando ho aperto l'attività, l'ho fatta lavorare e capitava che restasse tutta la settimana da me, con la bimba". In questi nove anni la giovane ha cresciuto la figlia da sola, con tanti sacrifici, tirando a campare. Il padre non si è mai fatto vivo. Per questo si è costituita parte civile, nell'ambito del processo, con l'avvocato Marco Stabile per ottenere, per mezzo della giustizia, almeno quell'aiuto economico che non le è mai stati dato.
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